Romagna peggio dell’Emilia, crescita del 5,86%, ma inflazione media dell’8,1%, servono interventi e sostegno – .

I dati recentemente pubblicati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) relativi ai redditi dei comuni italiani per l’anno 2022 offrono un’interessante finestra su come stanno evolvendo le condizioni economiche dei cittadini romagnoli. I numeri confermano alcuni trend significativi, ma pongono anche alcune domande cruciali sul futuro del benessere economico del territorio romagnolo. Secondo i dati, il reddito medio della Romagna ha registrato nel 2022 un incremento del 5,86%. Un segnale apparentemente positivo, che però va letto alla luce di altri fattori. In effetti, l’inflazione media nel 2022 è stata dell’8,1%, un tasso che ha parzialmente eroso i benefici dell’aumento dei redditi.

In Emilia-Romagna, a livello provinciale, Bologna segue il reddito medio più alto, con 25.729 euro Parma con un reddito medio di 25.366 euro, Modenese 24.543 euro, Reggio Emilia 24.356 euro, Piacenza 23.654 euro, ravennate 22.117 euro, Forlì-Cesena 21.566 euro, Ferrara Alla fine 21.435 euro Rimini ha il reddito medio più basso, 19.610 euro.
Esaminando singolarmente le province romagnole emergono alcuni punti chiave.

La provincia di Ravenna si distingue come quella con il reddito medio più elevato, raggiungendo la cifra di 22.117 euro. Seguono la provincia di Forlì-Cesena con 21.566 euro, e infine Rimini con 19.610 euro. Tutte e tre le province registrano però un reddito medio inferiore alla media regionale dell’Emilia-Romagna, che nel 2022 si attestava a 23.713 euro.

Guardando ai comuni, Cesena con 22.977 euro si conferma il comune con il reddito medio più alto della provincia di Forlì-Cesena, seguito dalla stessa Forlì con 22.799 euro, Modigliana 22.697 euro, Bertinoro 21.671 euro e Forlimpopoli 21.565 euro. In provincia di Ravenna primeggia Lugo con 23.269 euro con il reddito medio più alto, seguito da Bagnara di Romagna con 23.193 euro, Ravenna 22.627 euro, Faenza 22.421 euro e Sant’Agata Sul Santerno con 22.421 euro. Mentre in provincia di Rimini è il comune di Montegridolfo ad avere il reddito più alto della provincia, 21.019 euro, che è però nettamente inferiore a quello delle altre grandi città romagnole, seguito da Rimini 20.259 euro, Santarcangelo di Romagna 20.197 euro, San Giovanni in Marignano 20.003€, tutto il resto è sotto i 20.000€.

“Nonostante l’aumento del reddito medio, emerge una preoccupante realtà di fondo: l’inflazione ha eroso alcuni di questi guadagni – Lo dichiara il segretario generale della Cisl Romagna Francesco Marinelli -. Il potere d’acquisto dei romagnoli è stato compromesso dall’aumento del costo della vita, mettendo a dura prova la capacità di spesa delle famiglie”.
“Il quadro complessivo suggerisce la necessità di una riflessione approfondita sulle politiche economiche e sociali da adottare. L’aumento dei redditi è importante, ma deve essere accompagnato da misure che tutelino efficacemente il potere d’acquisto dei cittadini. Investimenti mirati, sostegno alle famiglie e politiche di contrasto all’inflazione potrebbero essere alcune delle strade da percorrere”.

“Per noi il rafforzamento del cuneo fiscale per i lavoratori è essenziale per garantire la stabilità. È fondamentale ridurre la pressione fiscale anche per il ceto medio, abbassare le tasse sulle pensioni e intensificare la lotta all’evasione e all’elusione fiscale, che continua a costituire un peso non indifferente, con quasi 90 miliardi di mancati introiti per lo Stato”. .
“Piuttosto che discutere di accordi preventivi”, – ha sottolineato Marinelli“dobbiamo concentrare le nostre energie su azioni concrete per recuperare l’evasione e l’elusione fiscale, riportando risorse fondamentali sia per gli investimenti sia per ridurre il carico fiscale su dipendenti e pensionati, coloro che ogni anno pagano le tasse fino all’ultimo centesimo”.
“Inoltre, è urgente riprendere il dialogo con il governo per riformare il sistema pensionistico e di previdenza sociale, garantendo equità, sostenibilità, flessibilità e inclusività. Abbiamo delineato alcune priorità, tra cui l’istituzione di una pensione contributiva di base per i giovani e le donne, l’incentivo all’adesione alla previdenza complementare e il rafforzamento dell’Ape sociale. È inoltre fondamentale definire misure di flessibilità nell’uscita dal mercato del lavoro. Sono necessarie riforme per sostenere lo sviluppo, aumentando gli investimenti pubblici e privati, migliorando la produttività e incoraggiando la partecipazione dei lavoratori alla gestione e ai profitti delle aziende. Infine, è urgente un nuovo Patto Sociale orientato alla qualità e alla stabilità del lavoro. Questo patto dovrebbe includere un aumento dei salari e delle pensioni attraverso una significativa riduzione delle tasse, nonché il rinnovo immediato di tutti i contratti. Alla fine – conclude il segretario della Cisl -, i dati sui redditi dei romagnoli nel 2022 offrono spunti di riflessione su come migliorare il benessere economico dei romagnoli. È tempo di agire con determinazione per garantire un futuro più sicuro e prospero a tutti i cittadini romagnoli”.

 
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