Morte kiwi in provincia di Latina, governo pronto a dichiarare lo stato di calamità. Mistero sulle cause – .

Nei prossimi giorni il Consiglio dei Ministri decreterà il riconoscimento dello stato di calamità naturale per la morte dei kiwi nella provincia di Latina. Lo ha annunciato l’assessore all’Agricoltura della Regione Lazio Giancarlo Righini aprendo la 37esima edizione della Mostra Agricola Campoverde, la fiera nazionale dell’agricoltura che si svolgerà fino al 1° maggio nel quartiere fieristico di Aprilia sulla Pontina, a Campoverde sud.

«Il territorio pontino è fatto di eccellenze assolute e di autentici protagonisti che meritavano questo sostegno, atteso da alcuni anni, e che fino ad oggi non avevano ricevuto il giusto riconoscimento», ha detto l’assessore Righini, ricordando che Aprilia è stato il primo Comune a decidere in merito Richiesta dello stato di calamità naturale per il kiwi, insieme agli altri comuni della zona, tra cui Cisterna, Latina, Sermoneta, Cori, Sabaudia.

Il deperimento avviene con la perdita di tutte le foglie che, nel periodo estivo, compare su più piante o sull’intera superficie del frutteto e porta alla morte della pianta senza possibilità di poterla recuperare, nel corso di uno/due anni dall’inizio della sua manifestazione. Nonostante gli studi, le cause non sono state ancora del tutto accertate ma si tratta di un disastro multifattoriale: agenti patogeni, gestione dell’umidità del suolo, cambiamenti climatici.

Oggi la morte del kiwi colpisce tutte le varietà coltivate, a polpa verde e a polpa gialla in primis. Il Lazio, con circa 10.000 ettari di superfici coltivate a kiwi, è la regione che ha perso la maggior superficie produttiva, circa 4.000 ettari secondo i dati del Centro Servizi Ortofrutta. Più gravi i dati di Cisterna, dove si concentra quasi l’80% della produzione regionale: le perdite ammontano ad almeno il 60% del raccolto. Ad Aprilia sono 3mila gli ettari coltivati ​​a kiwi.

Se il kiwi nel Lazio ha prodotto 1,4 milioni di kiwi con un ritorno economico di 280 milioni e 140mila giornate lavorative, nel 2022 la produzione è scesa a 560mila quintali e 112 milioni di euro, con 84mila giornate lavorative perse. Non ci sono ancora dati disponibili per il 2023, ma la tendenza è quella di un peggioramento della situazione. Gli unici strumenti a disposizione dei coltivatori sono due portinnesti, il “Bounty 71” e il “Sim 1”, ma sono ancora in fase di sperimentazione.

«Nelle prossime ore ci sarà questo importante provvedimento in materia di agricoltura che permetterà a chi ha investito risorse importanti di tirare un sospiro di sollievo», ha aggiunto Righini. «Agli agricoltori va il nostro ringraziamento per la straordinaria attività che continuano a svolgere: la Regione Lazio, così come il governo nazionale, è al fianco degli agricoltori e lo dimostra con il costante sostegno al settore, fatto anche di straordinari le misure”.

La Regione ha risposto alle richieste SOS dei coltivatori chiedendo al Ministero dell’Agricoltura di approvare la proposta di dichiarare eccezionali i danni causati dalla morte, che solo per il 2023 ammontano a oltre 215 milioni di euro. Per i Comuni della Provincia di Roma è stato stimato un danno complessivo di 50.038.560 euro e 10.306.000 alle strutture aziendali. Per la provincia di Latina, nei comuni colpiti, i danni alle produzioni agricole sono stati stimati in 113.103.000 euro mentre i danni alle strutture aziendali ammontano a 41.819.539 euro. Una morte, quindi, che grava sul mondo produttivo e che per il consumatore si traduce in una spesa senza gli ormai tradizionali kiwi prodotti nella regione e con una necessità: l’aumento delle quote importate dall’estero.

Il Lazio è la prima regione in Italia per produzione di kiwi con il 33%, mentre l’Italia è il terzo produttore al mondo dopo Cina e Nuova Zelanda. Dal 2004 il kiwi pontino è tutelato dalla denominazione Kiwi di Latina IGP, ottenuto solo da piante della varietà Hayward di Actinidia Deliciosa.

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Il Messaggero

 
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