«Mi hanno dato fuoco. Stavo dormendo, alcuni ragazzi mi hanno lanciato dell’alcol” – .

«Mi hanno dato fuoco. Stavo dormendo, alcuni ragazzi mi hanno lanciato dell’alcol” – .
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Terrorizzato a morte, con ustioni di primo e secondo grado sul collo, sul petto e sulle gambe. Kumar Ravinderun senzatetto di 42 anni, di origini indiane, è sceso ieri mattina dal treno alla stazione “Villa Claudia” di Anzio, ha chiesto disperatamente aiuto alle persone sul molo. Ha chiesto un cellulare per poter dare l’allarme al 112. “Hanno cercato di darmi fuoco”, gridò in un italiano stentato. Confuso, a malapena in grado di parlare, quasi nudo perché si era tolto i vestiti che avevano preso fuoco. L’uomo è stato subito soccorso dagli agenti della stazione di polizia della costa sud Roma ma anche da un’ambulanza dell’Ares 118. I medici lo hanno accompagnato d’urgenza prima agli ospedali riuniti della cittadina dello Approdo e poi al centro grandi grandi ustionati del Sant’Eugenio dell’Eur, a Roma dove è arrivato in codice rosso. I medici stanno curando le sue ferite, fortunatamente la sua vita non è in pericolo. Ma chi era?

IL LUOGO

Sul caso stanno indagando gli investigatori del distretto di polizia. Cerchiamo conferma della storia. Prima di essere preso in cura dagli operatori sanitari, Kumar è riuscito a fornire una breve descrizione del luogo in cui sarebbe avvenuto il delitto. «Dormivo nel mio letto vicino a un cavalcavia, all’improvviso sono comparsi dei ragazzi. Mi hanno lanciato dell’alcol”. L’agguato sarebbe avvenuto intorno alle nove di ieri mattina nei pressi di un’altra stazione ferroviaria che collega Roma ad Anzio, nei pressi della fermata “Padiglione”. Gli investigatori hanno perlustrato la zona e hanno cercato il campo nei pressi del capannone industriale abbandonato dell’ex Palmolive. Ma in quel luogo non sono stati rinvenuti segnali riconducibili a focolai. Gli agenti non hanno trovato la posizione esatta. Il senzatetto, ovviamente, è rimasto scioccato e potrebbe non essere stato in grado di individuare esattamente il punto in cui è stato aggredito. Sicuramente ha riportato ustioni. Per questo la polizia proseguirà le ricerche nelle prossime ore, attivando anche i colleghi della polizia scientifica per indagare sul caso. Contemporaneamente gli agenti stanno analizzando le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti nelle postazioni Padiglione e Villa Claudia.

IL PRECEDENTE

Le indagini sono solo all’inizio. Il grave episodio riporta alla mente un altro drammatico evento che sconvolse il litorale romano 15 anni fa. Era l’alba del 2 febbraio 2009 quando Singh L., un altro senzatetto indiano di 36 anni, fu aggredito dalla banda nella sala d’attesa della stazione ferroviaria di Nettuno. Nel commando c’erano tre italiani, di cui uno minorenne. Sul posto sono arrivati ​​nel pomeriggio i carabinieri. Secondo gli inquirenti si trattava di un gruppo violento che quel giorno cercava un senzatetto a cui “dare una lezione”. Le deposizioni al processo per tentato omicidio sono agghiaccianti. Nello scaricabarile, gli autori hanno provato a scaricare la responsabilità additando in particolare uno dei ragazzi: «Già due settimane fa voleva dare fuoco a un altro senzatetto che gli aveva negato una sigaretta. “Je do foco”, disse. I tre, secondo l’accusa, avrebbero deciso di trasformare il senzatetto che dormiva alla stazione in una torcia umana “per noia”. L’episodio fu definito “orribile” dall’allora Capo dello Stato Giorgio Napolitano e suscitò grande indignazione tra gli abitanti del litorale che, infatti, poi adottarono e si presero cura del senzatetto.

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Il Messaggero

 
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