Sangue e mafia. Quando “La Piovra” teneva l’Italia incollata alla tv – .

Sangue e mafia. Quando “La Piovra” teneva l’Italia incollata alla tv – .
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Ci sono scene e fotogrammi del piccolo schermo che difficilmente riusciamo a scacciare dalla nostra memoria. È il caso di La Piovra, serie tv trasmessa dall’11 marzo 1984 al 17 gennaio 2001, che ha appena compiuto 40 anni. Damiano Damianiha saputo raccontare la storia della mafia siciliana dell’epoca, del traffico di droga locale e internazionale e ha portato alla ribalta numerosi attori del nostro piccolo schermo.

Primo tra tutti, Michele Placido, che ha interpretato per quattro stagioni il ruolo del questore Corrado Cattani. Si potrebbe dire che la scena della sua morte è una di quelle che hanno portato la narrativa italiana ad essere conosciuta e apprezzata quasi in tutto il mondo. Riavvolgiamo la pellicola dei ricordi: mentre attraversa il cortile di un ospedale di Milano, circondato da un silenzio surreale, Cattani intuisce che quelli sono gli ultimi istanti della sua vita. “Sono qui”, sussurra nel giro di pochi secondi agli assassini che lo circondano. In un puzzle in cui realtà e finzione si mescolano con straordinaria naturalezza, una frase simile, appena quattro anni dopo, sarà pronunciata sotto il cielo di Palermo da padre Pino Puglisi, il buon parroco del quartiere Brancaccio, ucciso dalla mafia e fatto Benedetto dalla Chiesa Cattolica nel 2013.

Fotogramma preso da YouTube

Ma torniamo a Cattani: il corpo crivellato da circa 70 colpi di pistola, sparati da diversi sicari, tra cui due a bordo di una moto di grossa cilindrata, gli spasmi provocati dai proiettili che gli hanno trapassato il cuore, la musica del maestro Ennio Morricone che fa da sfondo alla sintesi della lotta tra il bene e il male, hanno dato vita a un piccolo capolavoro, che oggi quasi tutti gli italiani, e non solo loro, ricordano. Era il 20 marzo 1989 e quella sera, su Raiuno, andava in onda l’ultima puntata della quarta serie de La Piovra. Oltre 17 milioni di telespettatori seguirono la morte del commissario Cattani, ucciso senza pietà. Un’interpretazione magistrale, quella di Michele Placido, che dopo quattro stagioni ha detto addio a quella serie televisiva che lo aveva consacrato come uno dei massimi interpreti della tv nostrana. Qualche tempo dopo, in un’intervista, Michele Placido raccontò che fu stato lui a chiedere al direttore di far uccidere il questore perché “avevo altri obiettivi professionali e grazie a quell’omicidio ho potuto costruirmi una carriera sensata e ottenere molti risultati…” .

La Piovra raccontava di un’Italia intrisa di sangue e di guerre di mafia, di lotta tra il bene e il male e in un’epoca in cui ancora non esisteva la tv on demand, Raiuno teneva incollati milioni di telespettatori. La Piovra non è una serie televisiva, ma “la serie”, basti pensare che ancora oggi è considerata la fiction italiana più famosa nel mondo: ha ottenuto grandissimi consensi di pubblico (una media di 10 milioni di telespettatori e punte di 15 milioni). ed era esportato in oltre 80 paesi. E come per ogni buon prodotto che si rispetti, a fare da contraltare a Cattani, il grande protagonista della saga, c’era un altrettanto capace antagonista, Tano Cariddi, uno spietato e potentissimo banchiere, interpretato da un talentuoso Remo Girone, presente dalla terza alla settima e nella decima miniserie. A proposito di attori che hanno esordito con La Piovra, nell’ottava miniserie un flashback ci presenta Tano Cariddi nei panni di un ragazzino interpretato da un giovanissimo Primo Reggiani. A prendere il posto di Michele Placido, dalla quinta alla sesta stagione, sarà il compianto Vittorio Mezzogiorno, che vestirà i panni del poliziotto Davide Licata. E come non dimenticare l’affascinante, quanto austera, attrice francese Patricia Millardet, il magistrato Silvia Conti, grande amore di Cattani e poi di Licata, protagonista della saga dalla quarta alla settima e nella decima stagione. L’attrice è morta nel 2020, a Roma, a causa di un infarto.

In tv, un volto nuovo della mafia

Il merito è andato alla Piovra per raccontare un volto inedito della mafia, non una criminalità organizzata fatta di scagnozzi e boss locali, ma un fenomeno complesso dove a muovere le fila sono stati i vertici dell’alta finanza e della massoneria. “Anche il giudice Giovanni Falcone si è complimentato per la veridicità della sceneggiatura”, ha dichiarato Michele Placido in un’intervista a Repubblica. “Un giorno venne a trovarci, alla guida, Falcone. Voleva stringermi la mano. Diceva che ci sarebbero volute generazioni per sconfiggere la mafia”, disse Placido. Nonostante lo straordinario successo, però, la serie non fu esente da critiche, come quelle mosse nel 1994 dall’allora Primo Ministro Silvio Berlusconi, che la accusò di diffondere all’estero un’immagine negativa dell’Italia dell’epoca. In effetti l’aderenza alla realtà era piuttosto forte perché, sebbene la sceneggiatura fosse frutto della fantasia degli autori, la serie TV si ispirava a eventi e personaggi realmente esistiti. Lo stesso Corrado Cattani e le modalità con cui fu ucciso ricordavano la morte di Ninni Cassarà, poliziotto palermitano ucciso da Cosa Nostra nel 1985; Tano Cariddi si è ispirato a Michele Sindona, un faccendiere, banchiere e criminale italiano morto nel 1986; l’omicidio all’interno di un bar del vicequestore De Maria, interpretato da Massimo Bonetti, si riferiva a quello di Boris Giuliano, capo della Squadra Mobile di Palermo assassinato nel luglio 1979.

Ma non è tutto. Nella seconda stagione venivano raccontate vicende che ricordavano quelle della loggia massonica P2 e anche il rapimento e lo stupro della giudice Silvia Conti si ispirava alle violenze subite dall’attrice e drammaturga Franca Rame, rapita e violentata a Milano nel 1973. Quanto al boss mafioso Antonio De Pisis, detto il Puparo, ricordava Totò Riina, mentre il personaggio di Daniele Rannisi, presente ne La Piovra 7, era un chiaro riferimento a Peppino Impastato.

Nel corso delle dieci stagioni si sono succeduti attori che sono stati protagonisti indiscussi della televisione italiana, come Raoul Bova, Barbara De Rossi, Florinda Bolkan, Simona Cavallari, Giuliana De Sio, Adriano Pappalardo e perfino l’esordiente Luca Zingaretti in il ruolo del padre di Tano, Cariddi.

 
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