“Dobbiamo vincere per respingere l’avanzata degli estremisti di destra” – .

Bologna, 28 aprile 2024 – Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, perché ha deciso di candidarsi alle Europee?

“Sono elezioni fondamentali. Mai come adesso si sono fronteggiate visioni opposte: quella dei sovranisti che mirano a smantellare l’Unione Europea, negare il cambiamento climatico, alzare muri e alimentare l’egoismo. Una destra amica di Orban e che candida Vannacci, che considera Mussolini uno statista. Dall’altro, le forze democratiche e progressiste, che vogliono preservare l’ambiente e lavorare insieme, proteggere ed espandere i diritti. Conosco bene l’Europa: per sei anni ho guidato il Consiglio delle Regioni e dei Comuni. Europa, e parliamo di oltre centomila enti locali. Voglio rappresentare al meglio il Nord Est dove ci sono la prima, la seconda e la quarta regione d’Italia per esportazioni pro capite, università forti e decine di milioni di turisti”.

Ma l’Europa non è sempre meno centrale nel mondo?

“Senza l’Europa l’Italia sarebbe molto più debole. Come pensare di competere e contare, ogni Paese da solo, rispetto a giganti come gli Stati Uniti, la Cina o l’India? È l’unione che crea la forza. Certo, serve un’Europa diversa”.

Diverso come?

“Prima di tutto più uniti e più forti. E poi più vicini ai territori e alle persone, al lavoro e all’impresa. Meno ideologia, più concretezza”.

Un esempio?

“La transizione ecologica è necessaria, anche se la destra la nega, ma perché sia ​​giusta ed equa occorre aiutare aziende e famiglie, a partire da quelle più in difficoltà. Con incentivi economici e investimenti. Abbiamo bisogno delle giuste politiche che accompagnino le nostre filiere e le nostre produzioni”.

Mario Draghi potrà succedere a Ursula von der Leyen?

“Non è certo il momento di giocare con le figurine: ora bisogna respingere l’avanzata dell’estrema destra. Detto questo, Draghi è una personalità molto autorevole e stimata come poche altre a livello internazionale. In pochi mesi alla guida del Paese aveva riportato l’Italia al centro della scena internazionale, dalla quale oggi siamo altrettanto rapidamente scomparsi. E ci fa sorridere che chi lo ha aggredito oggi ne canti le lodi”.

Qual è il risultato minimo per il Pd? Qual è il suo obiettivo?

“Invece di fare previsioni, dobbiamo parlare di problemi concreti e fare proposte. Dobbiamo rafforzare il pilastro sociale dell’Europa, superare ogni astuzia fiscale e chiedere un contributo importante ai colossi del web e alle multinazionali che qui fanno profitti ma non pagano le tasse: con quelle risorse dobbiamo invece sostenere le nostre imprese, a cominciare da quelle manifatturiere, occupazione e reddito da lavoro”.

Un risultato negativo, ad esempio inferiore al 20%, potrebbe richiedere un cambio di leadership o Elly Schlein merita più tempo e fiducia?

“Parlare di un cambio di segreteria prima delle elezioni è da marziani. Dobbiamo invece discutere su come fornire soluzioni ai problemi quotidiani delle persone normali, smettiamola di discutere di noi stessi e degli altri. Incontro tanti nostri iscritti ed elettori e tutti mi chiedono una sola cosa: unità e proposte. Impariamo ad ascoltarli”.

Stefano Bonaccini, 57 anni, si candiderà alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno

Lasci presto l’Emilia-Romagna, dopo 10 anni da governatore, ma nel delicato periodo post-alluvione. Cosa rispondi a chi ti accusa di scappare?

“Tutti possono legittimamente criticare le cose che abbiamo fatto ma, francamente, nessuno può accusarmi di essere mai scappato dai problemi, o di non aver lavorato al massimo per la mia gente. L’ho fatto dopo il terremoto e durante il Covid, più recentemente in occasione dell’alluvione e ora che mi candido a rappresentare questa terra in Europa. Ogni giorno sono stato in mezzo alla gente, chi mi critica ha spesso fatto delle passerelle, chiede agli alluvionati, ma noi i risultati li abbiamo raggiunti, siamo da anni il motore del Paese: se davvero mi volevano qui, potevano darci un terzo mandato, forse avevano paura di perdere ancora, perché anche loro vedevano quanto sarei rimasto indietro nei sondaggi”.

Dopo di lei vengono citati i nomi dei consiglieri. Hai bisogno di continuità? O è meglio puntare invece su una nuova generazione, ad esempio quella dei sindaci quarantenni?

«Il Pd deciderà insieme a tutti i suoi alleati di centrosinistra: abbiamo sempre lavorato per una coalizione ampia e coesa, aperta alle migliori esperienze civiche del territorio, e credo che abbiamo gettato le basi per allargarla ulteriormente. Sarà una transizione ordinata e sono sicuro che insieme faremo la scelta migliore”.

Come dovrebbe evolversi il rapporto con i 5 Stelle? L’ampio campo è finito?

“Sono d’accordo con Elly Schlein quando sottolinea che già oggi in ogni sondaggio le forze dell’opposizione insieme sarebbero la maggioranza nel Paese. Abbiamo il dovere di lavorare per l’unità del centrosinistra, costruire una proposta per l’Italia che sia non solo alternativa, ma anche più credibile e affidabile rispetto a quella della destra, compreso il Movimento 5 Stelle, significa assumersi la responsabilità di consegnare il governo del paese alla destra per i prossimi dieci o vent’anni”.

 
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