L’AQUILA – Dieci valanghe, otto persone travolte e tre ferite. Il bilancio di una giornata impegnativa per i soccorritori del Gran Sasso. Le condizioni, del resto, non promettevano nulla di buono: le abbondanti nevicate di fine aprile, l’aumento delle temperature e le caratteristiche della neve hanno rappresentato un rischio concreto. E così è stato, il resto lo fanno loro, come hanno ricordato anche i soccorritori, inesperienza e attrezzature inadeguate.
Ma ci sono state polemiche anche sui tempi del salvataggio. “Oggi sul versante meridionale della vetta occidentale del Corno Grande si sono verificate 10 valanghe con travolte otto persone”. A parlare è Ferdinando Lattanzi, guida esperta del territorio che ha lanciato un appello. “Ho assistito ai 7 che si sono staccati dal Canale Bissolati e dal tempio che hanno travolto 5 persone che, devo dire, sono state tutte molto fortunate perché solo due hanno riportato ferite rilevanti”.
«Ho chiamato i soccorsi e devo dire che il nuovo numero unico 112 non funzionava come in passato il 118» spiega Lattanzi. Attivato negli ultimi mesi, il numero unico di emergenza ha accentrato i vecchi 112, 113, 118 ecc. in un unico numero che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe consentire di razionalizzare gli interventi e coordinare meglio le operazioni di soccorso. “Dopo aver dovuto spiegare il luogo della richiesta di intervento ad un operatore, che non aveva idea di dove fosse il Corno Grande, è passata mezz’ora prima che intervenisse l’elicottero, forse sarebbe stato meglio non cambiare le cose che funzionano”
