Il digiuno pacifista nella piazza di Marsala, la disobbedienza più potente – .

Piazza della Repubblica, sullo sfondo della Chiesa Madre e di Palazzo VII Aprile, ha ospitato una giornata di digiuno per la Pace, un sit-in non violento fortemente voluto e organizzato da un gruppo di associazioni, ovvero Even Numbers Network di cui fanno parte parte Libera, Amici del Terzo Mondo, Archè e Finestre sul Mondo. C’era anche l’Orchestra Popolare della Libera. Stendardi, sedie che simboleggiano ogni azione umana che ha lasciato un segno drammatico nel mondo; poi bandiere, chitarre, canti, ma soprattutto digiuno contro ogni guerra, quella tra Russia e Ucraina, tra Palestina e Israele, comprese le minacce dell’Iran. Troppo vicino al “Mondo Occidentale” se inteso come valori civili e democratici da preservare.

Riflettere sull’importanza del periodo storico che stiamo vivendo, sulle guerre, sul senso di unione, dell’Europa, del mondo. Bisogna solo fare questo”Insieme”, creando un gruppo come fatto ieri dalla mattina alla sera nella piazza centrale di Marsala. L’idea del digiuno, come spiega Salvatore Inguì, è presa in prestito dal Satyagraha indiano di Gandhi. Successivamente anche l’afroamericano Martin Luther King e Nelson Mandela lo fecero proprio durante il periodo dell’apartheid in Sud Africa. In Italia con Danilo Dolci, Marco Pannella e Marco Cappato non era una novità, è la pratica della protesta e della disobbedienza civile non violenta e più resistente. Nella visione che il digiuno amplifica il messaggio di pace che va costruito insieme con un piccolo sacrificio ciascuno.

 
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