La scalata di Nozomi Networks da Varese alla Silicon Valley – .

La scaleup guidata da Edgard Capdevielle e co-fondata da Andrea Carcano e Moreno Carullo ha recentemente chiuso un importante aumento di capitale. «Con i nostri sistemi di sicurezza vogliamo raggiungere ogni parte del mondo», raccontano in esclusiva a StartupItalia i due cofondatori

Prima di essere colleghi, Andrea Carcano E Moreno Carullo (rispettivamente CPO e CTO di Nozomi Networks) sono due amici. La storia di Nozomi Networks, oggi leader globale nel settore della cybersecurity, fondata dai due studenti allora residenti a Varese, inizia tra i banchi universitari. Dal capoluogo lombardo ha realizzato quella che allora era solo un’idea di viaggio. Molto. Oggi Reti Nozomi ha sede in San Francisco e il centro di ricerca a Mendrisio, in Svizzera. Recentemente ha annunciato il chiusura di a Round di finanziamento di serie E da 100 milioni di dollari guidato, tra gli altri, dagli investitori Mitsubishi Electric E Schneider, Honeywell E Johnson Controlli. Diretto da Edgard Capdevielle, presidente e amministratore delegato, l’azienda utilizzerà questo investimento per sviluppare i suoi prodotti su scala globale. Abbiamo intercettato i due co-fondatori per raccontarci più nel dettaglio quali sono i progetti di questa azienda che in 11 anni è diventata leader nella cybersecurity a livello globale.

Parte del team di Nozomi Networks

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Dall’idea alla nascita di Nozomi Networks

«Abbiamo conosciuto Moreno all’università e si è instaurato subito un rapporto di amicizia – racconta Andrea Carcano – Prima di essere colleghi siamo amici». Tra quei banchi di scuola Andrea e Moreno hanno studiato anche sicurezza informatica: «Sono sempre stato appassionato di cybersecurity – prosegue Andrea – Così con Moreno abbiamo iniziato a pensare a come proteggere le infrastrutture critiche e dopo il dottorato abbiamo intrapreso due strade diverse: ho iniziato a lavorare per Eni ma questo non significa che abbiamo smesso di dialogare”. Andrea, infatti, a un certo punto ha avuto un’intuizione: «Ho pensato che il tema della sicurezza informatica sarebbe diventato sempre più importante per ogni tipologia di azienda – racconta – ne ho parlato con Moreno, che ha sostenuto la visione fin dall’inizio, e abbiamo iniziato a cercare un nome. A noi è arrivato così”.Nozomi“, che in giapponese significa “Speranza“, Associato a “Reti“perché fin dall’inizio abbiamo pensato che riuscire a fare rete potesse rappresentare per noi la vera svolta”.

Andrea Carcano e Moreno Carullo, cofondatori di Nozomi Networks

I primi clienti

Andrea e Moreno hanno avuto subito le idee chiare: l’America sarebbe stata la loro futura casa, almeno per un po’. «Nelle prime slide che abbiamo realizzato per presentare la startup era scritto che avremmo aperto una sede negli Usa». Ambizioso, ma con i piedi per terra: «In realtà a quel tempo non avevamo alcun legame con l’America. Enel è stato il nostro primo cliente, che siamo riusciti a convincere con fatica e tanto sudore – continua il cofondatore – È successo tutto in una notte: l’azienda ci ha proposto di effettuare un test. Se fosse andata bene avrebbero sostenuto il progetto. Ci siamo riusciti e quello è stato il primo contatto davvero importante con i nostri clienti che ci ha permesso di creare la rete che speravamo fin dall’inizio.”

Il sogno americano

Lentamente l’idea di Andrea e Moreno si fa strada nell’infinito mondo dei potenziali clienti, non con poche difficoltà, finché un giorno un incontro fortuito apre loro le porte americane. «Cercavamo investitori, contavamo solo su un small business angel – spiega il team di Nozomi Networks – All’epoca c’era ancora poca cultura sul tema startup e poca attenzione alla cybersecurity, poi ci siamo conosciuti Giovanni Canetta Roederalla guida del fondo di venture capital Planven e oggi il maggiore azionista di Nozomi Networks, e da quel momento le cose sono cambiate.” Il sogno americano, che fino ad allora riecheggiava nella mente dei due imprenditori e si esprimeva nelle slide, diventa realtà. «Grazie a lui siamo riusciti a sbarcare in territorio americano». Abbiamo raccolto anche la testimonianza dello stesso direttore del fondo che ha creduto subito nelle potenzialità dell’idea. «In Europa c’è una grande conoscenza sull’argomento, si sviluppano una serie di competenze molto importanti e ci sono dei veri talenti, ma devi andare negli Stati Uniti se vuoi accedere al mercato dei capitali», spiega Giovanni Canetta Roeder che propone che Nozomi Networks si trasferisca a San Francisco. Da quel momento iniziò la vera scalata per quella che fino ad allora era stata una piccola azienda.

Giovanni Canetta Roeder, Planven

Dalla startup allo scaleup

«Nozomi Networks in America ha raccolto centinaia di milioni di dollari – continua Canetta Roeder – Conoscevo diversi investitori ai quali abbiamo presentato l’idea e alcuni non hanno perso tempo». Era la fine del 2016. «Eravamo in America e volevamo diventare i numeri uno con una presenza internazionale che coprisse tutti i continenti – racconta il team di Nozomi Networks – Oggi lavoriamo in azienda circa 300 persone situato tra America, Svizzera, Dubai, Australia, Giappone, Germania, Francia, Inghilterra e altri paesi. Abbiamo clienti in tutto il mondo e, dopo l’ultimo round, vogliamo rivoluzionare il modo in cui facciamo sicurezza informatica”.

nozomi 2

Il futuro delle reti Nozomi

Cosa ha in mente Nozomi Networks per il futuro? «L’idea è di continuare a far crescere l’azienda e potremmo anche quotarci in Borsa», spiegano il team. Oggi Nozomi opera principalmente nei settori B2B con aziende e PMI, nel campo farmaceutico, nel petrolio e nel gas, nel manifatturiero, nella logistica, in particolare con gli aeroporti. «Il nostro prodotto è installato in milioni di punti nel mondo, noi proteggiamo tra 200 e 250 milioni di dispositivi. Stiamo sviluppando bene la nostra visione con una maturità diversa: siamo nati nell’Unione Europea, in America abbiamo raccolto milioni e i mercati emergenti come Australia e Giappone sono fondamentali per noi”. La visione di Nozomi Networks è, infatti, globale. «Ci ​​siamo concentrati sueccellenza tecnologica e sull’utilizzo di metodologie che ci sono costate anni di lavoro ed esperienza – conclude Moreno – Come startup siamo andati ad alta velocità e ora non abbiamo intenzione di fermarci. Il mondo là fuori ci aspetta”.

 
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