Napoli, dopo i raid il prefetto rafforza la vigilanza su don Merola – .

Napoli, dopo i raid il prefetto rafforza la vigilanza su don Merola – .
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Rafforzata la vigilanza a Don Luigi Merola, dopo che la sua auto era stata rubata a Marano circa una settimana fa, poi ritrovata a Scampia due giorni dopo. A dare la notizia è stato lo stesso sacerdote a margine dell’incontro convocato dal prefetto Michele di Bariche ieri ha presieduto il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, in occasione della quale, tra l’altro, è stata affrontata la questione del furto dell’auto utilizzata da padre Merola, presidente della Fondazione ‘A Voce d”e delle creature, che insiste: «Non voglio la scorta, sarebbe un ritorno al passato. Voglio continuare la mia attività con calma, magari con maggiore vigilanza”. Nel corso della seduta è stato effettuato anche un approfondimento sulla situazione di San Giorgio a Cremano, dove lo scorso 21 aprile si è verificata una grave aggressione ai danni di un minore.

Il Comitato

Prima l’irruzione e il successivo furto dell’auto ai danni di un parroco simbolo della lotta ai clan simili Don Luigi Merola; poi il ferimento di un ragazzo di 13 anni nell’entroterra vesuviano. Da questi due dati siamo partiti per fare il punto e adottare soluzioni adeguate durante la riunione del Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza convocata dal prefetto. Due episodi che sono lo specchio dell’escalation di violenza che continua ad aumentare tra Napoli e la sua Città Metropolitana.

«Per quello che fa don Luigi merita la nostra attenzione – ha detto il prefetto a margine della seduta – e l’invito a questo incontro ha significato proprio la possibilità che la sua attività si svolga nella massima serenità, motivo per cui ci sarà qualche grado di maggiore attenzione nei suoi confronti”, ha aggiunto. Altro tema “caldo” degli ultimi giorni è l’aggressione a un minore avvenuta a San Giorgio oltre ai fatti di Afragola, sui quali il prefetto ha spiegato: «È un tema complessivo che è stato affrontato, in particolare nel caso di San Giorgio dove il fatto che un 13enne sia stato aggredito da un notevole numero di altri minori fpensare che bisogna attuare attività di prevenzione, ma anche che gli assetti comportamentali di questi bambini necessitano di percorsi pedagogici incisivi, affinché tutto questo non possa più accadere. Mai come in questo caso c’è bisogno di accompagnare questi ragazzi, perché quello che è successo è molto grave”. Infine, riguardo all’attentato ai fondi del Pnrr Di Bari, ha ricordato che “c’è un’attività di prevenzione antimafia”.

Don Merola

«Se mi avessero dato la scorta l’avrei rifiutata. Perché mi è stato tolto 6 anni fa e oggi come allora rischiavo”. Don Merola commenta così il provvedimento della prefettura che ha cambiato la sua sorveglianza da dinamica a dedicata: «Vuol dire che è aumentata – spiega – e che ogni volta che dovrò spostarmi, l’agente che mi accompagna dovrà mettersi in contatto con un pattuglia delle forze dell’ordine ordine di comunicare dove sarò. Non avrei mai più accettato la scorta – rimarca ancora – sarebbe stato come tornare al passato. Voglio continuare a fare del bene e a salvare i ragazzi dai clan. Vivere di nuovo sotto sorveglianza significherebbe perdere la libertà, non poter andare allo stadio e non poter portare al mare i bambini della Fondazione come faremo nei prossimi mesi con i centri estivi. Ciò che chiedo è solo maggiore vigilanza”. Dopo il ritrovamento dell’auto aziendale che gli era stata rubata in via Zuccarini, padre Luigi punta ancora il dito contro la camorra che gestisce i furti d’auto: «Dirò che ha vinto lo Stato quando scoprono i responsabili del furto di auto la mia macchina perché l’altra Smart rubata insieme alla mia ad oggi non è stata ritrovata. Inoltre, ieri notte in via Tevere nella zona dove hanno portato via il mio, altri veicoli sono rimasti danneggiati. Ogni notte è così: dietro i furti d’auto e il meccanismo del “cavallo di ritorno” c’è la camorra. Questo deve essere sconfitto”.

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La mattina

 
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