Caltanissetta senza acqua, vince la rassegnazione. “Se nemmeno i candidati sindaco ne parlano è perché non c’è speranza” – .

“BENE, l’acqua c’è, ci sono i soliti turni, niente di nuovo. Tuttavia, quasi tutti noi abbiamo dei carri armati. Sono settant’anni che va avanti così”. C’è una specie di dimissioni composte nelle parole degli abitanti di Caltanissetta, che non solo sono sottoposti ormai da mesi a un razionamento delle forniture, ma hanno addirittura dovuto assistere all’interruzione del servizio a causa di un guasto alla condotta dell’Ancipa, che porta in città l’acqua della vicina diga dell’Ennese. Risposte sintomatiche di una Sicilia rassegnata a restare negli anni ’80, che non ha avuto la possibilità di conoscere un’alternativa per poter comprendere quanto poco normale sia questa situazione. Tra i Nisseni c’è chi è in disaccordo con la politica in modo piuttosto generico e chi di riflesso con Caltaque e con la privatizzazione del servizio idrico, intesa come una promessa non mantenuta. «Avevano annunciato che con la privatizzazione l’acqua sarebbe arrivata tutti i giorni – dice Salvo – In vent’anni non sono mai riusciti a mantenere questa promessa».

«Non ci sorprende più di tanto il fatto di non avere acqua tutti i giorni – dice Tiziana – Cosa cambia con gli altri anni? E sempre la stessa storia, quest’anno abbiamo iniziato un po’ prima”. E poi una varietà enorme di argomenti: dalle condotte che “trapelano da anni”, come dice Francoche invita a fare “un giro per la città quando mettono l’acqua, noterete diverse perdite”, a chi contesta la gestione del servizio, fino a chi denuncia il fatto che acqua dalle falde acquifere presenti nel territorio cittadino «si perde nelle fogne». E in alcuni casi si arriva addirittura a scontri tra quartieri, nonostante il razionamento sia più o meno uguale per tutti. “In Zona Saccarà mettono l’acqua ogni tre giorni – dice Maria Sole – nel frattempo Zona Angeli danno acqua ogni giorno”.

Tutto questo mentre si trova la capitale nel bel mezzo della campagna elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale con i tre candidati alla sede del sindaco: quello uscente Roberto Gambino (M5s – Il Sud chiama il Nord), Walter Tesauro (centrodestra) e Annalisa Petitto (sostenuto tra gli altri dal Pd, ma senza simbolo) impegnato per le strade cittadine, ma il problema delle reti idriche, della siccità e della penuria idrica non sembra trovare un posto particolare nei sermoni dei candidati, sia perché soprattutto i più è un problema che riguarda il Regione in tutte le sue sfumature. Regione che ha annunciato per domani la naturale ripresa dell’offerta. «Se nemmeno i candidati sindaco ne parlano – prosegue Salvo – Vuol dire quello sanno che è semplicemente impossibile che le cose cambiano. E dire che con promesse del genere potrebbero vincere senza alcuno sforzo, ma è troppo fantascienza anche per le promesse della campagna elettorale”.

 
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