i problemi dei detenuti – .

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BRINDISI – Rinnovo carta d’identità, iscrizioni e cancellazioni anagrafiche, documenti vari: ottenerli e trovarli non è facile per i detenuti del carcere di Brindisi. Proprio per superare questi problemi amministrativi, il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale in Provincia, Valentina Farina, ha proposto ai venti comuni del brindisino un protocollo operativo. La lettera inviata al presidente Toni Matarrelli, ai venti sindaci e dirigenti è datata ieri (martedì 30 aprile 2024) e ha per oggetto “Doveri e responsabilità dei cittadini in stato di detenzione. Protocollo anagrafico, stato civile e riconoscimento dei figli naturali”.

Fino a poco tempo fa, le questioni amministrative dei detenuti venivano gestite da un volontario all’interno del carcere. Adesso il garante Valentina Farina, d’intesa con la direzione del carcere, ha individuato nel protocollo una soluzione alternativa. E i problemi dei detenuti sono tanti: alcuni non sono nemmeno iscritti a nessun comune. Altri potrebbero incontrare diversi problemi nella compilazione dell’ISEE, dato che i patronati necessitano della loro firma. Idem per chi ha figli in età scolare: anche qui è necessaria la firma di entrambi i genitori. Un recente caso ha coinvolto un detenuto di Brindisi, diventato padre pochi giorni fa. La sua firma è necessaria anche per certificare la paternità. Fortunatamente il Comune di Brindisi si è mosso in questo senso.

Ci sono altri problemi: eventi subordinati all’acquisizione di documenti riguardanti l’anagrafe (come carte d’identità, accesso dei figli minorenni ai benefici della domanda di maternità, consensi e autorizzazioni varie, iscrizioni e cancellazioni anagrafiche), per esempio. Per la garante Valentina Farina, infatti, è opportuno valutare a livello provinciale per la prima volta in assoluto un protocollo anagrafico, stato civile e riconoscimento dei figli naturali, che garantisca i detenuti in questo senso. Gli ufficiali di stato civile, delegati dai responsabili di zona, devono avere l’autorizzazione a recarsi presso la casa circondariale di Brindisi e la Rems di Carovigno, per produrre la documentazione necessaria per i diversi adempimenti previsti dalla legge.

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