il maiale nella storia, nella società e nell’economia cremonese – .

Il maiale nella storia, nella società e nell’economia cremonese, con un focus sulla gastronomia e sugli eventuali effetti sulla salute.

Questi i punti chiave su cui toccherà il convegno che si terrà Sabato 4 maggio nella sala Puerari dalle ore 16.00. Al termine dell’incontro verranno distribuiti i documenti. Il convegno, divenuto ormai un appuntamento fisso, è organizzato daRuota Interna di Cremona, distretto 206 Italia presieduto da Luisa Mondini Dondè questo spiega: «In occasione del trentennale di fondazione, anche quest’anno, proseguendo una tradizione che si rinnova dal 2014, il Club Inner Wheel di Cremona celebra l’anniversario donando un servizio culturale alla città».

Il convegno e la pubblicazione, che porta il titolo ‘Il maiale nella storia e nell’alimentazione cremonese’, sono stati curati da Riccardo Groppaliex professore dell’Università di Pavia, ricercatore e naturalista e sarà proprio lui, dopo i saluti del presidente, ad aprire gli interventi con una documentata ed accattivante relazione su ‘un particolare animale’ che «Veniva allevato in tutte le masserie e forniva grassi per la cottura e carni che si conservavano a lungo: era una delle risorse alimentari più importanti delle famiglie contadine. Non è un caso che molti salvadanai del passato avessero la forma di un maialino rosa confetto, nato nell’Inghilterra del Settecento e che ebbe uno straordinario successo”. Groppali spiega poi come si passa dal cinghiale al maiale e cosa ha significato per tutti i popoli dell’antichità, passando ovviamente per le caratteristiche zoologiche e sfatando non pochi luoghi comuni.

Parlerà più tardi Fulvio Stumpogiornalista e ricercatore, che racconterà, con tante curiosità e aneddoti, sul motivo della fortuna del maiale a Cremona e sulle leggi che regolavano i mercati dei suini e il commercio interno ed ‘estero’ nel Medioevo cremonese, dove i maiali venivano venduti, dove erano le botteghe, chi li ha venduti, al punto da raccontare un episodio storico, la cui protagonista, suo malgrado, è una scrofa.

Giovanni Gusbertida Stagno Lombardo, spiega nel suo scritto cosa significasse allevare un maiale nelle famiglie, con bellissimi riferimenti dialettali: «Dopo l’uccisione del vecchio occupante tra dicembre e l’inizio di gennaio e la lavorazione delle sue carni, il suo alloggio venne ripulito accuratamente e fu acquistato un maialino, già svezzato, di un paio di mesi. Perché ogni famiglia contadina allevava il proprio maiale, che forniva carne e grasso da cucinare tutto l’anno”.

Franco Lavezziun funzionario dell’amministrazione provinciale, passerà dall’animale domestico (o quasi) al parente selvatico, il cinghiale, con cui spesso ha a che fare per lavoro, facendone un ritratto e spiegando la situazione a Cremona: «I cinghiali sono animali sociali, vivono in gruppi generalmente formati da poche femmine adulte con i piccoli, guidati dalla scrofa più anziana; in alcune zone con grande abbondanza di cibo, però, si riscontrano raggruppamenti comprendenti più di cinquanta animali, spesso frutto della fusione di più nuclei distinti. I maschi più anziani conducono vita solitaria per gran parte dell’anno, unendosi a gruppi di femmine nella stagione riproduttiva, anche in seguito a furiose lotte tra concorrenti, mentre i maschi giovani tendono a riunirsi in piccoli gruppi”.

Alla fine sarà il momento di tirare le somme Giuseppina Palazzoliun dietologo che analizzerà l’importanza di tutti i grassi, sia animali che vegetali, di cui l’organismo umano ha bisogno, solo un ultimo paragrafo sarà dedicato al maiale e alle sue carni: con una sorpresa.

 
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