“Quando vengo al Milan la gente mi ferma e mi chiede perché non mi hanno tenuto. In quel periodo ero di gran lunga il più forte” – .

“Quando vengo al Milan la gente mi ferma e mi chiede perché non mi hanno tenuto. In quel periodo ero di gran lunga il più forte” – .
“Quando vengo al Milan la gente mi ferma e mi chiede perché non mi hanno tenuto. In quel periodo ero di gran lunga il più forte” – .

Adel Taarabt, ex Milanoè stato intervistato da Gazzetta dello Sport. L’intervista completa non è ancora stata diffusa, ma il sito dello stesso quotidiano ha pubblicato sui propri profili social alcuni estratti dell’intervista. Eccoli qui sotto.

Sulla sua esperienza in Italia:Quando vengo a Milano la gente mi ferma e mi chiede perché non mi hanno tenuto, mi amano ancora. Eppure ho fatto sei mesi e basta, non tre anni. Mi sono divertito molto a Milano, mi è piaciuta la gente e anche il cibo italiano, in Italia si mangia troppo bene. Cosa ho mangiato a Milano? Durante la mia permanenza in rossonero Berlusconi aveva uno chef francese, che era sempre con noi. Quando andavamo a giocare fuori, questo chef preparava piatti incredibili“.

Nelle parole di Balotelli:Mario, a differenza di tanti tifosi, mi ha visto in allenamento e ha visto cosa posso fare. Ricordo che appena arrivato al Milan c’erano Kakà, Robinho ed El Shaarawy non mi conoscevano bene e dopo il primo allenamento so che Robinho, fortissimo tecnicamente, chiese subito a Seedorf da dove venissi. Tra l’altro giocavo nel suo stesso ruolo, e lui ha comunque detto all’allenatore di farmi giocare al posto suo perché per lui ero fortissimo. Mario sa cosa posso fare, ma Neymar è speciale“.

Su Milano:Onestamente tutti i 6 mesi trascorsi lì sono stati fantastici. È stata una grande sfida, ho giocato con giocatori molto forti. Non voglio sembrare arrogante, ma in quel periodo ero di gran lunga il più forte di quel Milan, per distacco. Lo sapevano tutti e quando me ne sono andato è stato molto triste perché non mi hanno riscattato. Da quella parte è stato un momento bellissimo, ma dall’altra ci ho messo 18 mesi per digerire quella mancanza di riscatto: entrare in campo, ascoltare le canzoni del Milan, è stato bellissimo… Ho giocato contro l’Atletico Madrid in Champions League, nella mia prima apparizione nella massima competizione europea. Ricordo ancora la prima partita, inizialmente Seedorf mi disse che avrei giocato solo l’ultima mezz’ora, ma per me non ci furono problemi; poi voliamo a Napoli per la trasferta e a mezzanotte mi squilla il telefono, era l’allenatore che mi diceva che l’allenatore voleva vedermi: Kakà stava male e io sarei titolare il giorno dopo. Passano dieci minuti dal calcio d’inizio e io segno, incredibile!“.

Il rapporto con Inzaghi:Dopo 2 mesi il Milan voleva già riscattarmi, ma poi poco dopo la situazione con Seedorf non era chiara. Si parlava di Inzaghi, che sarebbe potuto arrivare al posto dell’ex compagno di squadra. E alla fine, non so, Inzaghi non mi ha voluto perché preferiva Cerci… che decisione! Con tutto il rispetto per Inzaghi gli ho fatto capire che non lo accettavo volentieri. Dopo abbiamo visto come è andata la sua carriera, suo fratello ha fatto bene e lui no. Questo è il calcio, bisogna accettarlo, ma per me è stato difficile perché ero tanto felice a San Siro, con i tifosi“.

Adel Taarabt – MilanPress, roba da altro diavolo
 
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