Trento Film Festival e il suo palmares, tra pastori ostinati e vette fuori dal mondo – .

Un’edizione con sale affollate e un pubblico competente e appassionato di tutte le età. Il 72esimo Trento Film Festival si conclude con un elenco variegato di vincitori. Vediamolo insieme, conoscendo i vincitori.

Un giovane pastore alle prese con il suo gregge e il pericolo del lupo predatore. Un film che ci ha conquistatocome vi abbiamo già raccontato nel dettaglio anche con un’intervista al regista, ma che soprattutto ha conquistato la giuria di Festival del Cinema di Trento. Un pastore in effetti è il film che ha portato a casa il massimo riconoscimento per il concorso di questa 72esima edizionela Genziana d’Oro per il miglior film.

Un momento giunto alla fine di dieci giorni spesso proiezioni completepartecipano sempre, confermando la presenza di un pubblico sempre più appassionato al primo festival dedicato alla montagna proiettato verso l’esplorazione e l’avventuramantenendo un cuore dedito all’alpinismo e alla ricerca di una verticalità ai limiti dello spirituale, senza tralasciare un cinema di finzione sulle sfide di protagonisti pronti a spingersi oltre i limiti, geografici ma anche esistenziali.

MIGLIOR FILM GOLDEN GENTIAN
Un pasteur di Louis Hanquet (Francia/2024/71′)
MOTIVAZIONE – Il film offre un affascinante ritratto di un giovane e della sua scelta esistenziale,
capace di lasciarci tutti ammirati. Il regista cattura diversi momenti della vita di Felix, circondato dalla sua famiglia
animali, siano essi cani o pecore, dei quali sa prendersi cura in modo sensibile e attento. Nella visione
del quadro complessivo che ci offre, Un pasteur ci invita al rispetto e all’umiltà di fronte ad una comunità fatta di
animali, esseri umani e natura convivono in armonia.

GOLDEN GENTIANA MIGLIOR FILM SULL’ALPINISMO, LA GENTE E LA VITA DI MONTAGNA
Le fils du chasseur di Juliette Riccaboni (Svizzera/2023/54′)
MOTIVAZIONE – Le fils du chasseur presenta la commovente storia di un giovane svizzero
Donne marocchine animate dal desiderio di riprendere i contatti con il padre. La ricerca di lui incontra momenti di
straordinaria verità sulla vita del padre e del suo vecchio amico Charlot, riavvicinando il pubblico a tutti
coloro che, in un modo o nell’altro, sono lasciati indietro nella società.

MENZIONE SPECIALE
Marmolada – Mother Rock di Matteo Maggi, Cristiana Pecci (Italia/2024/76′)

GOLDEN GENTIAN MIGLIOR FILM DI ESPLORAZIONE O AVVENTURA
La grande balena bianca di Michael Dillon (Australia/2023/104′)
MOTIVAZIONE – Per il coraggio, l’intraprendenza dell’equipaggio, il clima di cameratismo che traspare
storie dei protagonisti e l’uso sapiente degli archivi. La Grande Balena Bianca non è solo il primo tentativo
è riuscito a salire in cima al Big Ben. È anche il valore metaforico di un orizzonte lontano da percorrere
collettivamente, facendo tesoro delle esperienze di chi ci ha preceduto nelle stesse sfide. Ce lo ricorda
non c’è niente di più rischioso che non fare nulla ed è ciò di cui ci pentiremo quando saremo troppo
stanche e vecchie sono le possibilità non sfruttate.

Una rievocazione di un’avventura lontana nel tempo, datata 1965, in cui a gruppo di avventurieri ci hanno riprovato, dopo un fallimento due anni prima, il scalando la Grande Balena Biancaun’isola montuosa, di origine vulcanica, divenuta con l’acquisizione dell’Australia qualche anno prima la vetta più alta del paese dei canguri. Anche se in realtà siamo più vicini all’estremità meridionale del mondo, all’Antartide, in un luogo così remoto da essere soggetto ad ogni forma di corrente e vento, senza protezione e in balia delle più capricciose intemperanze meteorologiche.

Raccontato attraverso canzoni in versi, materiali d’archivio e rievocazioni dei protagonisti davvero notevoliallora giovani pieni di energia e voglia di lasciare il segno e oggi anziani sereni e nostalgici, La grande balena bianca di Michael Dillion ha il ritmo insolito di un’uscita tra amici, pronti a scherzare e ad avere un legame viscerale e cameratesco. Il tutto però nel più puro stile di disincanto australiano, attraverso il quale emerge l’impresa destinata a rimanere nella memoriaper diventare una leggenda tramandata con un culto per il libertà di spirito e avventura che distingue quella gente. Un look divertente e originale che ha convinto la giuria.

GENTIANA D’ARGENTO MIGLIOR CONTRIBUTO TECNICO-ARTISTICO
Body of a Line di Henna Taylor (Stati Uniti/2023/10′)
MOTIVAZIONE – La nuova avventura documentaria di Henna Taylor racconta la scalata Dunn-Westboy
Diretto sul Longs Peak, realizzato da Madeleine Sorkin nel corso di un’intera giornata
parete. Una narrazione accorata, che tiene conto dei continui tentativi di Sorkin di raggiungere la vetta
senza mai cadere. Per parafrasare Madeleine, Body of a Line “sembra una sinfonia che si muove attraverso la nostra
corpo”.

GENTIANA D’ARGENTO MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Cartoline dal limite di Natalia Koniarz (Polonia/2023/40′)
MOTIVAZIONE – La storia intima di due giovani cineasti itineranti. Durante la loro avventura attraverso
le Ande incontrano tante difficoltà inaspettate, dalla pandemia di Covid ai valichi di frontiera. In tempo
incerto, il loro rapporto matura nell’incontro con le difficoltà della vita
trattare con i residenti locali.

MENZIONE SPECIALE
Silent Panorama di Nicolas Piret (Belgio/2024/5′)
PREMIO DELLA GIURIA
Seventeen di Thomas Horat (Svizzera/2023/17′)
MOTIVAZIONE – La storia di uomini, donne e la memoria dei luoghi armoniosamente sì
combinare nelle parole di Antonietta. I suoi ricordi ci riportano al momento in cui era in Italia
è necessaria una scelta. Diciassette ci racconta come incide la scelta antifascista di un giovane partigiano
contribuito consapevolmente alla libertà delle generazioni che seguirono.

 
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