“Un gruppo di uomini diventati mito” – .

Il 4 maggio 2024 è una data speciale. Come ogni anno, molti torinesi ricordano la tragedia che alle 17.03 del 4 maggio 1949 portò via l’intera squadra del Grande Torino, squadra che era riuscita a portare a casa cinque scudetti consecutivi dal 1942 al 1949. L’aereo su cui viaggiarono i giocatori , tecnici e giornalisti volavano, 31 persone in tutto, precipitate alle 17.03 sulla collina di Superga proprio dietro la grande Basilica.

La Basilica di Superga a Torino

La salita sulla collina di Superga, di buon mattino, ogni 4 maggio ha un sapore speciale. Stiamo assistendo ad una sorta di pellegrinaggio di donne e uomini adornati di granate, chi con una sciarpa, chi con una bandiera: vanno tutti a rendere omaggio agli invincibili, che precipitarono con il loro aereo il 4 maggio 1949, mentre tornavano da un’amichevole giocato a Lisbona.

Urbano Cairo, in questo giorno, salta da una parte all’altra della città. Fanpage.it lo ha incontrato al Cimitero Monumentale di Torino, dove don Riccardo Robella sta celebrando un momento di preghiera omaggio ai giocatori e ai dirigenti che riposano nel grande cimitero a nord di Torino.

Urbano Cairo, presidente del Torino

Urbano Cairo, presidente del Torino

Il fatto che li ricordiamo ancora dopo 75 anni – dice il Presidente del Torino Urbano Cairo – significa davvero che hanno lasciato un segno incredibile, un segno indelebile”.

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E’ una cosa molto importante, perché sono diventati un mito per tutti – prosegue il suo racconto Urbano Cairo, prima di visitare le nicchie nel seminterrato – È un momento sentito per tutti noi del Toro. Ma non solo per noi, perché questa tragedia ha poi avuto un seguito unico, incredibile. Milioni di persone andarono al funerale. C’è stato un momento di grande, grande commozione generale in tutto il Paeseperché in quegli anni, dopo la guerra, eravamo usciti sconfitti come Paese e anche il Grande Torino aveva dato speranza di rinascita, di crescita”.

Don Riccardo Robella cappellano del toro

Don Riccardo Robella, Cappellano di Toro

“È un momento molto sentito e molto importante – spiega don Riccardo Robella, cappellano di Toro – ogni anno si ricorda la tragedia e devo dire che la cosa interessante è che più passa il tempo più questo ricordo cresce anziché diminuirecome accade in molti casi, in questo caso è in crescita”.

Uno dei tanti messaggi lasciati dai tifosi del Toro

Uno dei tanti messaggi lasciati dai tifosi del Toro

Come di consueto, i giorni precedenti il ​​4 maggio hanno visto una serie di eventi organizzati con il Torino Calcio da gruppi di tifosi e associazioni, che hanno coinvolto tifosi di ogni livello. Dagli allenamenti a porte aperte alle inaugurazioni dei campi da gioco, fino al momento più intenso, quello del Messa in ricordo dei caduti della tragedia del Grande Torino che si svolge presso la Basilica di Superga. Qui, alle 17.03, ora della tragedia, il capitano del Torino legge i nomi dei 31 caduti e corone di fiori sono deposte sotto la targa posta sul retro della Basilica.

La Basilica di Superga

La Basilica di Superga

“Non si scherza con la morte, non si scherza con le lacrime – queste le parole di don Riccardo Robella – e il dolore che provano le persone del Toro è sempre lo stesso. Non è semplicemente retorica, ma è qualcosa che si può ancora sentire nella carne. Questo è un segno di rispetto per quanto accaduto, ma soprattutto per ciò che quella squadra rappresentava in quegli anni”.

 
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