È ufficialmente iniziata per il 2024 la stagione compensativa per la mancanza di neve sull’Appennino. Nelle Marche arrivano i rinfreschi per l’inverno 2022-2023 (con un anno di ritardo)

È ufficialmente iniziata per il 2024 la stagione compensativa per la mancanza di neve sull’Appennino. Nelle Marche arrivano i rinfreschi per l’inverno 2022-2023 (con un anno di ritardo)
È ufficialmente iniziata per il 2024 la stagione compensativa per la mancanza di neve sull’Appennino. Nelle Marche arrivano i rinfreschi per l’inverno 2022-2023 (con un anno di ritardo)

Costruire una rete di antenne attive e diffuse sul territorio è fondamentale per un giornale come il nostro, che si occupa di montagna. Uno è Fabio alias La Capra Trek, guida ambientale ed escursionistica tra Umbria e Marche, animatore dell’ Circuito locale di Itacà Monte Catria, in programma il 4 e 5 maggio (domenica alle 13 sarà presente anche Luigi Torreggiani per presentare il progetto L’AltraMontagna). Questo il suo messaggio: “Vi invio uno screenshot del ristoro sugli sci appena approvato dalle Marche”.

Nel mese di ottobre, percorrendo un anello del Catria, lo avevamo osservato insieme la distruzione legata alla costruzione dei nuovi impianti di risalita, realizzati con grande distruzione di alberi per rilanciare un comprensorio sciistico che non supera i 1.600 metri di altitudine, dove lo sci alpino, nonostante inutili sforzi terapeutici, è destinato a scomparire nei prossimi anni a causa del riscaldamento globale e della riduzione delle nevicate.

Aprendo lo screenshot (il post Facebook di un consigliere regionale di maggioranza) è facile risalire all’atto che apre ufficialmente la stagione degli indennizzi legati allo sci in Appennino anche per il 2024: il Decreto del dirigente del settore turismo porta la data del 2 maggio e assegna un milione di euro” da attribuire al bilancio 2024-2026, anno 2024“, “a sostegno degli operatori del settore turistico-ricettivo, termale e della ristorazione, che svolgono la loro attività nei comuni, classificati montani, della dorsale appenninica, purché abbiano ha subito una diminuzione del fatturato o dei compensi nel periodo dal 1 novembre 2022 al 15 gennaio 2023 di almeno il 30 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedenteE”.

I comuni dove sono ubicate le attività economiche che possono richiedere l’indennizzo si trovano nelle province di Pesaro e Urbino, Macerata e Ascoli Piceno. Sono Carpegna, Piobbico, Frontone, Sarnano, Bolognola, Ussita, Castelsantangelo sul Nera e Arquata del Tronto. Resta escluso il Comune di Montecopiolo, sempre nella zona del Monte Carpegna, che nel 2021 si è staccato dalla Regione Marche ed è entrato a far parte della Regione Emilia-Romagna.

Possono richiedere un risarcimento gli albergatori, i gestori di strutture ricettive e di breve soggiorno, i campeggi e le aree attrezzate per camper e roulotte, i gestori di funicolari e impianti di risalita e seggiovie, i negozi che noleggiano attrezzature sportive, i maestri di sci; e, ancora, attività di ristorazione agrituristica, ristoranti, gelaterie e pasticcerie, ristoratori mobili, gestori di servizi di ristorazione, bar, agenzie di viaggio, taxi e noleggi con conducente. Il contributo massimo per ogni singola attività è di 75mila euro per le aziende più direttamente colpite dalla mancanza di neve, in base alla natura dell’attività svoltadi 35mila euro nel caso di chi opera nei servizi legati al turismo.

L’erogazione, un “contributo a fondo perduto a sostegno della liquidità”, avviene sulla base delle risorse a cui la Regione Marche ha avuto accesso grazie alla Legge n.69 del 21/05/2021 e Legge n.106 del 23/07 /21 quello stanziare fondi statali per sostenere le imprese turistiche nei comprensori sciistici, parte di quel furore terapeutico descritto da Legambiente nel rapporto Nevediversa (qui l’approfondimento dell’edizione 2024 scritto da Sofia Farina per L’AltraMonagna).

Sullo sfondo, la volontà ostinata della Regione Marche di sostenere lo sci: quest’inverno gli stabilimenti di Bolognola e Frontignano di Ussita praticamente non hanno aperto. La stazione sciistica di Monte Prata, altezza massima 1.850 metri sul livello del mare, sul crinale tra la distrutta Castelsantangelo sul Nera e la piana dove un tempo sorgeva Castelluccio di Norcia, è chiusa dal sisma del 2016-2017. Solo quest’anno, nel marzo 2024, è stata inaugurata una struttura prefabbricata “che ospiterà gli uffici e il rifugio Nido delle Aquile a servizio del comprensorio sciistico di Monte Prata” come spiega un comunicato della Regione Marche. Ricorda che sempre nel Castellano “è arrivata dalla Conferenza dei Servizi l’approvazione del progetto definitivo per la realizzazione dell’invaso in quota nella zona di Monte Prata, per un importo di 5,6 milioni”. Un altro bacino idrico che serve l’innevamento artificiale. Risorse pubbliche parte di “una valanga di finanziamenti per la neve che non c’è”che secondo il rapporto Nevediversa 2022 di Legambiente – tratto dal portale Osservatorio Sisma, progetto dell’associazione e Fillea Cgil – ammontano a 65 milioni di euro.

 
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