Tipografo Gianni Basso a Venezia – .

“C’è una città in questo mondo, ma così bella, ma così strana, che sembra un gioco di Fata Morgana, o una visione dal cuore profondo”. La “visione” del grande poeta veneziano, Diego Valeri, mi assale in Calle del Fumo a Cannaregio, Venezia, passando per l’Antica Stamparia di Gianni Basso. Dapprima uno sguardo distratto, poi faccio marcia indietro. Possibile che in città esista ancora una bottega artigiana così “retrò”? Le strade ora sono piene di negozi di souvenir, finti Murano, oggetti per i turisti di passaggio. Fondamentalmente il nulla del buon gusto.

Entro in tipografia e subito ti avvolge un profumo antico, in stile Gutenberg. La visione di Diego Valeri è qui, molto azzeccata. Non ci sono computer, né video, non ci sono macchine elettroniche. Tutto è autentico. “Scusate, ma questo è un museo?” Chiedo all’artigiano Gianni Basso. Con fare affabile risponde ridendo: “No, qui tutto è autentico a partire dal tipografo che sono io”.

Gianni Basso, ma perché ha rinunciato a ogni modernità?

«Ho iniziato a lavorare giovanissimo nel 1968, nell’isola degli Armeni, con i Padri Mechitaristi. Abbiamo stampato in 38 lingue e 10 alfabeti. Sono cresciuto lì. Una scuola di vita. Poi dopo tanti anni di lavoro ho aperto questa cartoleria personalizzata. E sono rimasto fedele alla mia vecchia scuola. Sembra strano ma la mia clientela oggi è al 99% straniera. Vengono a trovarmi dalla Germania, dalla Francia, dalla Gran Bretagna. Poi sui giornali sono apparsi una serie di reportage con foto. E adesso molti clienti vengono a Venezia per ordinarmi nuovi lavori. Basti pensare che Angiolina Jolie ordinò copie di Pinocchio nella prima versione di Collodi per i suoi tre figli.

Il negozio

La bottega-museo è piena di antichi caratteri di piombo, tipografie del secolo scorso, foto di maestri armeni, lettere di ringraziamento che arrivano da mezzo mondo. Compresi i ricchi sceicchi arabi.

Il braccio destro di Gianni Basso

Ora ad aiutare Gianni c’è il figlio Stefano, laureato in Biologia a Padova, che ha deciso di seguire le orme paterne. Mentre siamo nel negozio entra una coppia francese di Nantes. Sono stati inviati da amici per biglietti da visita vecchio stile. Gianni Basso mostra una vecchia linotipo “Ultra Balilla” e dal nome si capisce che ha quasi cento anni. Accanto c’è la macchina da stampa litografica tedesca del XIX secolo, realizzata a Lipsia, all’epoca capitale delle moderne tecnologie. Più avanti, un altro strumento ottocentesco. E’ un cutter di Boston.

È vero, questa città, venduta al turismo di massa, non finirà mai di stupire.

 
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