Concerto del chitarrista tedesco Joscho Stephan, con Sven Jungbeck alla chitarra ritmica e Volker Kamp al contrabbasso: un trio che è un bolide del gipsy jazz.
Fin dal titolo, “Django Forever”, e dalla band di soli archi, il trio del chitarrista tedesco Joscho Stephan chiarisce la sua dedizione al gipsy swing, il ‘gypsy jazz’ che imperversava negli anni ’30 e che da sempre mantenuto da allora. la sua forte identità all’ombra del suo nume tutelare: Django Reinhardt.
Ma ascoltando Joscho, il canone classico di questa musica suona improvvisamente rivitalizzato, come illuminato dall’interno: il gusto interpretativo ricerca significati personali nei classici del repertorio, che emergono improvvisamente dal loro status di canzoni “tanto belle quanto furono scritte quel lì c’è poco da aggiungere.”
Joscho aggiunge invece, appunto: la brevità aforistica del genere manouche si espande sotto la spinta dell’impressionante virtuosismo del chitarrista tedesco. Virtuoso, ma anche avventuroso: bisogna amare il rischio di spingersi oltre certi limiti metronomici, riuscendo comunque a staccare perfettamente ogni nota, in un’incredibile trasparenza di articolazione melodica e fraseggio. E se pensate che il mondo del jazz manouche sia un po’ chiuso in se stesso, dovreste ascoltare Joscho alle prese con “Hey Joe”: Jimi Hendrix in salsa gipsy ad una velocità proibitiva per lo stesso Hendrix.
Nato nel 1979, Joscho Stephan ha esordito discograficamente nel 1999 (Swinging Strings, che lo ha immediatamente portato all’attenzione internazionale). Ha poi collaborato con Biréli Lagrène, Tommy Emmanuel, Frank Vignola, Paquito D’Rivera, Charlie Mariano, James Carter, Grady Tate.
