Politiche rumene, le Asl venete schernite dai fallimenti. Conto salato di 21 milioni – .

Politiche rumene, le Asl venete schernite dai fallimenti. Conto salato di 21 milioni – .
Politiche rumene, le Asl venete schernite dai fallimenti. Conto salato di 21 milioni – .

VENEZIA – L’ultimo compenso in Veneto è stato ordinato venerdì. Alla conciliazione dell’a contenzioso pendente da un decennio, l’Ulss 8 Berica ha deciso di risarcire 150.000 euro ad un paziente che lamentava lesioni dovute ad un intervento eseguito nell’ospedale di Arzignano, quando l’azienda sanitaria all’epoca aveva una polizza in corso con la Lig Assicurazioni. Sì, solo con uno dei due società rumene (l’altra è City Insurance) che ha lasciato scoperti oltre 35 milioni aziende ospedaliere di Padova e Verona, nonché le ex Ulss 4 dell’Alto Vicentino, 5 dell’Ovest Vicentino, 6 di Vicenza, 12 Veneziana, 13 di Mirano, 14 di Chioggia, 15 dell’Alta Padovana, 18 di Rovigo e 19 di Adria, oltre a numerose altre realtà in tutta Italia. Liquidando l’indennizzo “per mettere a tacere ogni pretesa”, il direttore generale Patrizia Simionato ha deciso anche “di provvedere al tentativo di recupero di quanto verrà corrisposto”, come prescrive anche un decreto della Regione a tutti gli enti che si trovano nelle stesse condizioni . Ma l’impresa si fa sempre più ardua e costosa: dai documenti emerge che, al danno del “buco”, si è aggiunta anche la beffa del sotterfugio con cui l’azienda debitrice si è eclissata.

LA STORIA

I guai con le due compagnie sono iniziati nel 2016, quando l’Autorità di Vigilanza rumena ha revocato l’autorizzazione a svolgere l’attività assicurativa e ha chiesto al Tribunale di Bucarest di aprire una procedura di fallimento. Il collasso è stato infatti dichiarato per il Comune, ma è stato definitivamente escluso per la Lig, dalla quale peraltro la sanità veneta anticipa la maggioranza del risarcimento (21.867.745,96 euro). Di conseguenza, il Fondo di Garanzia rumeno, che normalmente interviene a tutela dei clienti rimasti irreperibili, ha comunicato alle Aziende Sanitarie Locali la decadenza di ogni richiesta di credito. Come se non bastasse, i contatti con la società, diventata nel frattempo Lig Imob Investment, “sono precari, avvengono via email, e non consentono, ad esempio, l’uso della posta elettronica certificata”. Per conto dell’Ulss 8 Berica, che da sola è creditrice di 196 posizioni, l’avvocato Bruno Barel e lo studio BM&A hanno ottenuto esito favorevole da un’esecuzione pilota, per la quale ne hanno tentate altre quattro davanti all’autorità giudiziaria rumena e hanno avviato un procedimento ingiuntivo europeo presso il Tribunale di Vicenza. Ma questa volta l’esito è stato infruttuoso, «per l’assenza di beni immobili o mobili da aggredire, ad eccezione di un veicolo immatricolato nel 2008».

GLI SVILUPPI

A quel punto fu chiesto ed ottenuto il fallimento della società, che nel frattempo era stata incorporata nella International Soft Consult. Ma i recenti sviluppi della vicenda sono deludenti: il Fondo di garanzia ha respinto ancora una volta la richiesta di risarcimento, in quanto ha il diritto «di analizzare ed elaborare solo le richieste di pagamento che seguono la dichiarazione di insolvenza di una compagnia di assicurazioni, mentre la compagnia dichiarata fallita non è una compagnia di assicurazioni.” L’azienda sanitaria ha scelto di impugnare questa decisione, che comporta un’attività complessa e onerosa, dato che ogni singolo documento dovrà essere copiato, autenticato da un notaio, apostillato, tradotto e giurato. Insomma, solo a Vicenza, nel giro di un anno è stato necessario stanziare 387.500 euro di spese legali. Sempre venerdì, quindi, il dg Simionato ha stabilito che d’ora in poi i crediti inferiori a 40mila euro non potranno più essere reclamati davanti alle autorità rumene e che la consulenza tecnica ufficiale potrà essere sostituita da una valutazione della Medicina legale interna. Sembra che siano già stati persi abbastanza soldi.

 
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