Teatro Impero di Marsala, Tedeschi e la Compagnia “Sipario” entusiasmano il pubblico con “Pirandello 3 – Viaggio Pirandello in tre atti”

Ieri sera il pubblico del Teatro Impero di Marsala è rimasto in silenzio ascoltando Luigi Pirandello, autore siciliano premio Nobel per la letteratura, portato in scena con estrema fedeltà alla sua poetica e al suo pensiero. “Pirandello 3 – Viaggio Pirandello in tre atti”, es il titolo del serata finale del XVI Rassegna teatrale “Lo Stagnone – scene di uno spettacolo” – organizzata dalla compagnia teatrale “Sipario” presieduta da Vito Scarpitta, con il patrocinio e la partecipazione del Comune di Marsala. Ieri sera sono stati magistralmente interpretati tre atti teatrali, con l’adattamento di Vito Scarpitta, che hanno letteralmente catturato il pubblico presente. Il primo atto è stato “La Morsa”: un dramma psicologico molto attuale, dove la protagonista Giulia, traditrice, abbandonata dall’amante, tenta il suicidio su istigazione del marito. Un tradimento causato dall’estrema solitudine della protagonista, interpretata dalla talentuosa Serena Tumbarello, che ha saputo, nonostante i suoi 18 anni, identificarsi perfettamente con una donna matura, portando in scena la sua passione e la sua disperazione. Il secondo atto dello spettacolo teatrale è stato: “La patente”, che affronta il tema tipicamente pirandelliano del contrasto tra ciò che siamo e ciò che pensano di noi. In scena emerge la rappresentazione del “contrario pirandelliano” attraverso un racconto legato all’ignoranza e alla superstizione di una società in cui sono coinvolti anche i giudici. Un’interpretazione accattivante da parte degli attori in scena, che sono riusciti a far sorridere il pubblico marsalese, pur assistendo al dramma di un uomo escluso dalla società perché etichettato come jettatore. Il terzo atto, con Corrado Tedeschi e Vito Scarpitta, è stato “L’uomo dal fiore in bocca”, esempio di dramma borghese, dove convergono i temi dell’incomunicabilità e della relatività della realtà. Le interpretazioni di Tedeschi e Scarpitta sono state estremamente coinvolgenti per il pubblico presente, perché hanno saputo immergere gli spettatori nel dramma vissuto dal protagonista, un malato incurabile, per il quale ogni evento, anche se banale, appare di vitale importanza. In scena abbiamo assistito ad un “dualismo” tra la piacevole immagine del protagonista, contrapposta a quella di un uomo affetto da una malattia terminale. Grazie alla bravura degli attori, il pubblico ha potuto percepire perfettamente il “contrario pirandelliano” nelle immagini rappresentate in scena: da quello dell’uomo, che ha perso il treno e che è preoccupato di non aver potuto portare con sé alcuni pacchi alla moglie, all’immagine ancora più drammatica della moglie dell’uomo con il fiore in bocca, che lo segue costantemente come un’ombra, perché vorrebbe tenerlo in casa, ma dalla quale il marito invece scappa, illudendosi di poter sfuggire ad una morte inesorabile. I tre atti erano preceduti da brevi racconti, introdotti da una voce narrante fuori campo, che contestualizzavano quanto accadeva sul palco. Alla riuscita dello spettacolo teatrale hanno contribuito anche gli attori: Giuseppe Todaro, Davide Maltese, Francesco Di Bernardo, Enza Giacalone, Serena Tumbarello e Max Vacante.

 
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