Distanze ravvicinate e difficoltà nei sorpassi a Miami durante la Sprint Race che ha preceduto il gran premio vero e proprio, in programma questa sera alle 22 (diretta Sky). Il risultato di punta, in realtà, ha confermato le forze in campo, con la Ferrari come prima sfidante della Red Bull, mentre la McLaren, che disponeva di un corposo pacchetto di aggiornamenti (soprattutto sulla monoposto di Norris), non è riuscita a fare i progressi sperati. ricercato. . L’inglese di Woking ha concluso la sua battaglia alla prima curva, riportando diversi danni nell’incontro ravvicinato con le due esuberanti Aston Martin di Alonso e Stroll e la Mercedes di Hamilton in grande difficoltà. Ha vinto, manco a dirlo, il cannibale olandese che ha sprintato davanti a tutti.
Super Max ha battuto un ottimo Leclerc con meno autorità del solito. La Ferrari è rimasta sempre nella scia del numero uno della Red Bull e, dopo la bandiera a scacchi, il campione del mondo, avviandosi verso il quarto titolo consecutivo, ha espresso insoddisfazione per il comportamento della sua astronave non perfettamente assettata. Sull’ultimo gradino del podio virtuale ha chiuso l’SF-24 finito in blu, l’altro razzo progettato da Newey che è riuscito a prendere la posizione su un fantastico Riccardo tornato alla grinta dei suoi migliori tempi. Daniel ha sfruttato al meglio le sue Racing Bull motorizzate Honda che Sainz non è riuscito a superare nonostante timidi tentativi: «Era una prestazione poco brillante, non avevo velocità in rettilineo e Ricciardo mi scappava anche in accelerazione».
Dietro lo spagnolo di Maranello, al sesto posto, Oscar Piastri con una McLaren seminuova. Chiudono la zona punti Hulkenberg con la Haas e Tsunoda con l’altra vettura faentina. A parte l’amara delusione della McLaren, sia la Mercedes che l’Aston Martin affondano e rimangono senza punti. La seconda è parzialmente giustificata dall’incidente in partenza che ha messo fuori gioco entrambi i portabandiera. A preoccupare è, però, lo stato di salute delle Frecce d’Argento che, dopo non essere riusciti a entrare in Q3 nelle qualifiche Sprint, sono andati addirittura troppo oltre in gara, mostrando un ritmo troppo elevato e una velocità di punta troppo bassa. Insomma, un disastro. Il britannico sette volte campione del mondo è stato ripreso moltissimo dal regista per la lotta a tutto campo che ha ingaggiato con Kevin Magnussen, un pilota davvero tosto in fatto di ruote.
Con due delle prime cinque squadre fuori dalla corsa si sono aperte opportunità per Racing Bulls e Haas che senza dubbio sono cresciute anche in termini di prestazioni. Il piccolo principe è molto più positivo del compagno iberico: «Sulla distanza della gara breve abbiamo avuto lo stesso degrado delle RB e questa è una cosa positiva visto che prima non era così. Dobbiamo impegnarci nella corsa lunga per tenerli sotto pressione…”. Ha parlato l’uomo al centro della Formula 1, confermando di essere molto più abile come progettista che come oratore. Adrian Newey ha dato l’impressione di essere un normale tecnico sull’orlo della pensione e non il sogno proibito di tutto il paddock: «È vero, sono un po’ stanco. Riposero. Vedremo più avanti…”
Molto abile con le parole, però, Toto Wolff, in trincea prima di atterrare con le sue bordate. Ha bisogno di un pilota e, magari, anche di un ingegnere di punta visto che i suoi ragazzi, dopo aver vinto tutto, hanno mancato completamente la terza stella in tre anni. Totò non è del tutto tagliato fuori dalla vicenda Adrian, anche se ha preso di mira direttamente Verstappen e ora mette sotto i riflettori il promettente italiano Antonelli: «No, non è per Kimi che è stata chiesta l’esenzione per guidare in F1 da minorenne. Il ragazzo sa cosa deve fare, il suo obiettivo è la F2 e non lo bruceremo. Non dimentichiamo che fino a poco tempo fa guidava una F4…».
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