“Se vinciamo, Schmidt e io elimineremo lo Scudo Verde. Se vince la sinistra, ci sarà un prezzo da pagare”. – .

“Se vinciamo, Schmidt e io elimineremo lo Scudo Verde. Se vince la sinistra, ci sarà un prezzo da pagare”. – .
“Se vinciamo, Schmidt e io elimineremo lo Scudo Verde. Se vince la sinistra, ci sarà un prezzo da pagare”. – .

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“Far sì che Scandicci sia una città vivace, vivace, sicura, con un commercio che funziona e che possa continuare a essere l’eccellenza toscana per l’artigianato della pelle”. Claudio Gemelli, candidato sindaco del centrodestra a Scandicci, ha le idee chiare su cosa vorrebbe fare se venisse eletto, come ha spiegato durante l’inaugurazione del comitato elettorale di via Dante.

Scudo verde

Il candidato di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega ha le idee chiare sullo Scudo Verde. “Per noi lo Scudo Verde è una conseguenza, non una scelta che ha fatto il Comune di Firenze – chiarisce Gemelli – è una grande ingiustizia, per quanto mi riguarda nessuno di Scandicce dovrà pagare un euro entra a Firenze o vai a lavorare lì”.

Per ora, però, sarebbe escluso il pagamento del pedaggio. “Se tra qualche mese vince la sinistra a Scandicci e Firenze passeremo ai pedaggi – commenta Gemelli – e non posso permettere che lo paghino i miei cittadini. Se vinco, con Schmidt futuro sindaco di Firenze, toglieremo lo Scudo Verde. E magari riutilizzeremo le telecamere per la sicurezza e i pali già installati per l’illuminazione pubblica”.

Crisi nel quadrilatero della moda

Gemelli è intervenuto anche sulla crisi del quadrilatero della moda. “Dato che la crisi del settore non riguarda le competenze comunali – precisa Gemelli – ma il mercato della moda e il blocco di quello russo e arabo si riflette sui terzisti. Cosa possiamo fare come portavoce dell’amministrazione delle piccole e medie imprese nel dialogo di crisi con le grandi aziende per non lasciarle schiacciare e per risolvere i problemi infrastrutturali esistenti”.

Per Gemelli ci sarebbe un problema di traffico. “Il casello autostradale, ad esempio, è da rifare e ne ho parlato anche con il Ministero dei Trasporti – spiega – come fatto adesso crea solo traffico ed è una penalizzazione enorme per la logistica delle aziende che devono perdere mezz’ora di tempo per immettersi in autostrada. Servono nuove strade, un collegamento tramviario con la zona artigianale, parcheggi e ampliare la zona per le aziende. Ad esempio, recuperando quei luoghi che attualmente sono inutilizzati”.

Investire sarebbe il modo per evitare delocalizzazioni. “Non dobbiamo dare per scontato che l’industria della pelle resterà qui per sempre – osserva – dobbiamo fare in modo che non si delocalizzino. Ciò richiede infrastrutture e incoraggiamento alla formazione di nuovi artigiani attraverso le scuole esistenti. Dobbiamo creare una nuova classe di giovani artigiani che rigeneri il settore e l’artigianato locale”.

 
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