Sequestrati prodotti ortofrutticoli, olio e vino esteri spacciati per “made in Italy” – .

Il sequestro di angurie, olio extravergine di oliva, vino e carciofi provenienti dall’estero che sarebbero finiti sulle tavole di quanto il cibo italiano è buono, l’ennesima truffa ai danni dei consumatori, con effetti ormai insostenibili sui redditi degli agricoltori pugliesi presi tra l’aumento dei costi di produzione, il clima pazzesco e la massiccia importazione di prodotti dall’estero spacciati per italiani. Coldiretti Puglia plaude all’operazione condotta dalla Guardia di Finanza dell’Azienda di Gallipoli e dagli Ispettori del Dipartimento dell’Ispettorato Centrale Controllo Qualità e Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari del Masaf – ICQRF Ufficio Puglia e Basilicata, che ha portato alla il sequestro di 9 tonnellate di angurie, 2 tonnellate di carciofi, 1.500 litri di oli e 300 litri di vino di provenienza estera senza tracciabilità degli alimenti, quando si è registrato un aumento del 75% in 10 anni di alimenti importati in Puglia da paesi terzi Paesi Ue, con la Coldiretti che lancia la raccolta di un milione di firme per un’iniziativa popolare proposta di legge europea sulla trasparenza di ciò che importiamo.

“Fondamentale il rafforzamento dei controlli nei porti, dove sono ingenti sbarchi giornalieri di grano estero, dal grano di Putin a quello turco ma anche il grano canadese essiccato con glifosato, intercettando anche le triangolazioni, considerando che già nel 2023 le importazioni di grano russo e turco sono aumentati rispettivamente del +1164% e del +798%, secondo un’analisi del Centro Studi Divulga, un fenomeno mai registrato nella storia del nostro Paese, per il quale i prezzi del grano italiano sono crollati del 60% su valori inferiori costi di produzione che mettono a rischio il futuro di migliaia di aziende agricole”, afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia.

“Dai carciofi egiziani all’uva e alle arance del Sud Africa, mai così tanto cibo straniero è arrivato in Puglia che è la prima regione del Sud per importazioni di prodotti agricoli e agroalimentari da Paesi extra-Ue con un incremento del 66% nel 2023 che hanno raggiunto quasi 3 miliardi di chilogrammi di prodotti agricoli rispetto agli 1,7 miliardi del 2022, una concorrenza sleale alla produzione agroalimentare del territorio e ai redditi degli agricoltori”, aggiunge il direttore regionale Pietro Piccioni.

Ma ci sono anche accordi commerciali agevolati che portano in Italia prodotti coltivati ​​spesso con l’uso di pesticidi vietati nell’Unione Europea – denuncia la Coldiretti – che creano concorrenza sleale con i prodotti italiani, deprimono i prezzi pagati ai produttori e rappresentano una minaccia per la salute dei consumatori. cittadini. Si va dal riso asiatico, coltivato utilizzando il triciclazolo, un potente pesticida vietato nell’Unione Europea dal 2016, ma che entra in Italia grazie al dazio zero, alle lenticchie canadesi, anch’esse essiccate con glifosato, che rappresentano i 2/3 del totale importato in il nostro Paese. Ci sono poi le arance egiziane, oggetto di notifiche da parte del Rassf, il sistema di allarme rapido dell’Ue, per la presenza del Chlorpyrifos, un pesticida vietato nell’Unione Europea dal 2020; nocciole turche accusate anche dal Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti di essere coltivate con lo sfruttamento del lavoro minorile; Limoni argentini coltivati ​​con pesticidi tra cui il propiconazolo, vietato dal 2019. Senza dimenticare il concentrato di pomodoro cinese che costa la metà di quello italiano grazie allo sfruttamento dei prigionieri politici e fa scendere i prezzi del prodotto nazionale.

Cibi e bevande stranieri sono oltre dieci volte più pericolosi di quelli made in Italy, con una quota di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari superiori ai limiti di legge che in Italia è stata pari al 6,4% nei prodotti importati, contro una media dello 0,6 % di campioni di origine nazionale, secondo i dati dell’ultimo rapporto pubblicato dall’EFSA nel 2023 relativo ai dati nazionali sui residui di pesticidi.

Occorre un freno netto all’ingresso di prodotti provenienti da fuori dei confini Ue che non rispettano gli standard che gli agricoltori in Italia devono rispettare – conclude la Coldiretti – garantendo il principio di reciprocità delle regole, poiché questa concorrenza sleale mette a rischio la salute degli agricoltori a rischio. cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole.

 
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