«Controllo del quartiere con la polizia locale in estate» – .

L’obiettivo è partire in estate. Aspettiamo solo il via libera del ministero per poter firmare il protocollo in Prefettura e avviare i corsi di formazione. Poi, i primi «osservatori di quartiere» a Brescia saranno realtà.

Lo rivela l’assessore alla Sicurezza Valter Muchetti, che spiega come il Comune intende tutelare la situazioneaumento dei furti nelle abitazioni che stanno paralizzando alcune zone della città. E se da tempo si parla di controllo di quartiere, ora sembra di vederne i contorni.

«Insieme ai consigli di quartiere se ne formeranno alcuni piccoli gruppi di persone che in zone limitate della città potranno segnalare tempestivamente alcuni fenomeni previsti dal protocollo – prosegue Muchetti -. Non tutti, però. Ad esempio, non potranno denunciare l’atto vandalico o l’azione incivile». Le segnalazioni arriveranno poi alla centrale operativa della Polizia locale, che le smistarà per procedere con gli interventi. E il comando guidato da Marco Baffa sarà il fulcro gestionale dell’iniziativa, tanto che si occuperà anche della formazione dei cosiddetti “capi d’area”. «Non sono queste le ronde di antica memoria, che non sono serviti – tiene a sottolineare l’assessore –. È uno strumento che si è affinato anche in altre città negli ultimi anni e dal quale prendiamo spunto”.

L’attesa è quindi per il prossima stagione, non appena ci riuniremo attorno al tavolo del prefetto Maria Rosaria Laganà con tutte le forze dell’ordine e avvieremo il progetto di sicurezza partecipata. Brescia, però, non è nuova a esperienze simili: da anni l’associazione «Brescia SiCura» che fa parte della rete Ancdv (Associazione Nazionale Controllo Vicinato) contribuisce a costituire 147 gruppi su tutto il territorio bresciano, di cui 17 nel capoluogo. . A questi si aggiungeranno quindi presto quelli sotto la direzione della polizia locale.

L’allarme

Intanto mentre 300 residenti del quartiere Lamarmora e della frazione Pertini lanciano l’allarme per «l’impressionante boom di invasioni domestiche tu odi tentati furti nelle case per mesi”, la Loggia vuole coniugare la politica attiva con lo sviluppo tecnologico. Entro il 2026Infatti, tutti gli ingressi alle strade cittadine potrebbero essere monitorati da telecamere. «Il primo lotto è già stato concluso e stiamo aspettando il rilascio, il secondo lotto da 800mila euro sarà finanziato quest’anno e sarà completato nel 2025. Infine lavoreremo sul terzo lotto nel 2026. Dove questo progetto ha applicato ha portato ad una riduzione di circa il 30% dei furti in casa”, conclude Muchetti.

E d’altra parte, i tentativi di impedire ai quartieri di fare raid – che non solo causano danni patrimoniali ma si traducono nella violazione di uno spazio privato, di una dimensione intima – sembrano rappresentare per sempre più bresciani un’urgenza. Lo dimostra il caso della petizione firmata per primo da Marcello Marzaroli, dopo la creazione di un rudimentale comitato tra vicini per segnalare anomalie nel quartiere, in un’ottica di mutuo aiuto.

 
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