Salone del Libro di Torino, poche ore al taglio del nastro. Gli incontri pionieristici – .

“La guerra, la storia, la memoria che verrà”, al centro dei primi incontri organizzati dal “Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte”

Giovedì 9 e venerdì 10 maggio

Due eventi dedicati al tema dell’ “Guerra” e di “Memoria” (media partenariati “La stampa”). E quattro nomi di assoluto rilievo sul piano storico e culturale: saranno tra le figure di maggiore interesse, da apripista nel XXVI edizione del “Fiera Internazionale del Libro di Torino” che renderà la città la “Capitale della Lettura” dal 9 al 13 maggio. Due eventi, si diceva. Realizzato in collaborazione con “Polo del ‘900”, “Anpi”, “Comunité Ebraica”, “Istoreto” e “Aiace”.

Il primo (Giovedì 9 maggio, 14:30Padiglione 2, all’Arena Piemonte) è un monologo sulla “Guerra” attraverso la letteratura e il cinema, con protagonista Mattia Feltridirettore del giornale online“HuffPost” ed editorialista di “La stampa” dove oggi scrive la rubrica in prima pagina “Buongiorno”; Il secondo (Venerdì 10 maggio, 15:30stesso luogo) discuterà con il regista e lo sceneggiatore il tema della trasmissione di “Memoria”. Francesca Archibugilo scrittore Lia Levi e il giornalista Agnese Pini.

“Guerra, tempo per vivere, tempo per morire”: la trama su cui si muoverà il discorso di Feltri: un monologo sulla guerra “attraverso la letteratura e il cinema”. Da Stanley Kubrick A NotaPassare attraverso OmeroIL Vangelo e il “Chanson de geste”il primo genere poetico (basato su eventi del periodo carolingio) “ben definito e strutturato espresso nel linguaggio dell’olio”. Una cascata di materiale storico su cui riflettere, per poi confrontarsi con la tragica realtà di oggi.

SU “Il ricordo che verrà” si concentreranno invece gli interventi di Francesca Archibugi, Lia Levi e Agnese Pini. A moderare il dibattito è stato il giornalista di “La stampa”, Fulvia Caprara: “Una riflessione – spiegano gli organizzatori – a più voci su come trasmettere la ‘Memoria’ e interessare le giovani generazioni alla ‘Storia’”.

Compito non facile affidato ad Archibugi, Levi e Pini. Sicuramente di enorme interesse per le diverse angolazioni riflessive e propositive da cui i “magnifici” tre potranno scagliare frecce che senza dubbio arriveranno dritte al cuore del grande pubblico e soprattutto di quello più giovane.

Con cinque “David di Donatello” e tre “Nastri d’argento”, Francesca Archibugi (romano, classe 1960) è considerato uno dei principali registi italiani, “capace di mescolare commedia e dramma e di penetrare le emozioni e le fragilità umane, analizzando vizi e debolezze dell’Italia”. Nel 2015 scrive la sceneggiatura del film insieme al regista Paolo Virzì “Gioia pazza”. Nel 2022 dirige il film “Il colibrì” dal libro di Sandro Veronesi. Nel 2016 ha diretto la serie televisiva “Romanzo per famiglie”con Giancarlo Giannini e Vittoria Puccini, e più recentemente “Storia”tratto dal romanzo omonimo di Elsa Morante, con Jasmine Trinca e Valerio Mastandrea.

Lia Levinata a Pisa (1931) da famiglia piemontese di origine ebraica, ha vissuto da bambina la persecuzione razziale, esperienza che ha voluto testimoniare nel suo primo romanzo, “Solo una ragazzina” (1994), vincitore del Opera prima “Premio Elsa Morante”.: dopo l’8 settembre 1943 riuscì a salvarsi dalle deportazioni nascondendosi per dieci mesi presso le sorelle Gabriella e Vera, e la madre Leontina, in un collegio di suore romano. Da allora ha continuato a scrivere romanzi sia per adulti che per bambini, vincendo diversi premi. L’ultimo è “Giovane strega” con “Questa sera è già domani” (2018). Per trent’anni hai fondato e diretto il mensile “Shalom”.

Agnese Pini (1985), nato a Carrara, dirige da agosto 2019 “La nazione”, la prima donna nei 160 anni di storia del giornale. Dal 1° luglio 2022 sei stato nominato anche Amministratore Delegato di “Quotidiano Nazionale QN”, “Il Resto del Carlino” E “Il giorno”. Nel 2023 ha pubblicato “Un autunno d’agosto” (“Chiarelettere”): “la strage nazifascista che colpì la mia famiglia; una storia d’amore mentre la guerra torna a fare paura”. Una storia quella “Pensavo che fosse così da molto tempo – continua Pini – un capitolo ormai chiuso della storia d’Italia e della mia storia personale. Grazie anche al lavoro che faccio, ho capito che quel capitolo era tutt’altro che chiuso, che lì si nascondevano gli istinti più inconfessabili di ciò che possiamo ancora essere… Questo è un libro sugli ultimi ed è a loro che è dedicato, perché su di essi si è costruita l’ossatura forte e imperfetta di tutto il nostro presente, quindi anche del mio”.

gr

Nelle foto: Mattia Feltri, Francesca Archibugi, Lia Levi e Agnese Pini

Immagine di copertina C. Benedetto

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