Ravenna vuole vietare la caccia sulle sue terre per ragioni etiche. Ma secondo il Tar il ricorso degli animalisti viene respinto: “è nell’interesse pubblico”

Ravenna vuole vietare la caccia sulle sue terre per ragioni etiche. Ma secondo il Tar il ricorso degli animalisti viene respinto: “è nell’interesse pubblico”
Ravenna vuole vietare la caccia sulle sue terre per ragioni etiche. Ma secondo il Tar il ricorso degli animalisti viene respinto: “è nell’interesse pubblico”

Per lei era innanzitutto una questione di principio: nei suoi terreni agricoli, inseriti nella cartografia regionale delle aree di caccia della provincia di Ravenna, le riprese dovevano cessare. A sostenere il proprietario dei terreni sparsi sulle colline ravennati tra Riolo Terme e Casola Valsenio c’erano anche le associazioni animaliste, Lega Nazionale Difesa del Cane e Liberazione Animale Antivivisezione Diritti degli Animali Onlus, che però furono respinte dalla Giunta Regionale Al Tribunale amministrativo avevano presentato ricorso rivendicando il diritto della donna “all’obiezione di coscienza, poiché la caccia era in contrasto con le sue radicate convinzioni etiche e morali”. Insomma, un’Antigone degli animali che ha voluto contrapporre alle leggi non scritte della morale le regole messe nero su bianco nei codici: l’esito, almeno in tribunale, è una sconfitta per lei e una vittoria per la Regione, ma la sentenza mette in luce uno dei tanti cortocircuiti esistenti tra le fonti del diritto europeo e quelle nazionali.

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