“Emergenza domestica? Ormai è un problema cronico, servono condomini solidali” – .

“Emergenza domestica? Ormai è un problema cronico, servono condomini solidali” – .
“Emergenza domestica? Ormai è un problema cronico, servono condomini solidali” – .

«Il termine ’emergenza abitativa’ a Cesena è ormai inappropriato. Quando una criticità perdura per anni, infatti, più che di ’emergenza’ bisogna parlare di ‘cronicità’. E questo sembra essere il caso di Cesena, dove il problema abitativo rimbalza stancamente da una legislatura all’altra con il consueto inutile diluvio di buone intenzioni. La realtà ci dice che, per affrontare seriamente il problema, sono necessari nuovi strumenti e progetti mai visti prima. Dopo un attento studio con tecnici ed esperti, la mia coalizione ha sintetizzato due proposte: co-housing e condomini solidali”. Lo afferma il candidato sindaco del centro civico Marco Giangrandi.

“Manca a Cesena una cultura della ‘co-residenza’ – afferma il candidato sindaco sostenuto da CSN, Cambiamo e Italia Viva – che, invece, può diventare la panacea per tanti problemi. Si tratta, in sostanza, di alloggi privati ​​con spazi comuni sia interni che esterni. Spazi ad uso collettivo: cucine, lavanderie, centri domestici multifunzionali o centri per l’infanzia, palestre, biblioteche e tante altre tipologie fruibili da chi vive in cohousing è la presenza di servizi condivisi, come la portineria, i laboratori, la foresteria e molto di piu. È un progetto ideale per giovani coppie o padri separati o divorziati, che spesso diventano, da un giorno all’altro, l. L’anello debole delle nostre comunità. Il cohousing non coincide necessariamente con l’housing sociale, ma garantisce notevoli benefici in termini economici, sociali ed energetici. Nel nostro progetto abbiamo immaginato strutture residenziali energeticamente autonome, con progettazioni moderne ma economicamente sostenibili che prevedano formule di locazione limitate”.

Prosegue Giangrandi: “E, a proposito di nuove forme di abitare, il nostro secondo progetto riguarda i ‘condomini solidali’, cioè alloggi dove gli inquilini non solo convivono in armonia, ma si aiutano a vicenda, come in una grande famiglia allargata. Prevediamo la creazione di spazi comuni (sale polivalenti, infermeria, lavanderia) per lo scambio e la condivisione. Un approccio culturale diverso, in netto contrasto con i pericoli della solitudine sempre in agguato in una società che invecchia inesorabilmente. Perché una casa può essere fatta di muri ma anche di abbracci. Abbiamo immaginato condomini occupati da persone singole o coppie, appartenenti a categorie fragili come anziani, madri con figli minori, donne sole, giovani di ambo i sessi di età compresa tra i 16 e i 32 anni. La gestione burocratica sarà affidata a una ‘famiglia tutor’ che ha il compito di fungere da raccordo tra gli inquilini e l’amministrazione comunale. Sarà possibile implementare i servizi anche prevedendo sostegni infermieristici periodici, viaggi condivisi e altre forme di socializzazione che riducano i costi e favoriscano le relazioni”.

 
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