“Pensare che l’esercito sia la soluzione al problema della sicurezza a Firenze è dittatoriale” – .

“Pensare che l’esercito sia la soluzione al problema della sicurezza a Firenze è dittatoriale” – .
“Pensare che l’esercito sia la soluzione al problema della sicurezza a Firenze è dittatoriale” – .

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Ha prestato servizio a Firenze e oggi è praticamente sulla bocca di tutti. Si tratta del generale dell’esercito Roberto Vannacci, candidato alle prossime elezioni europee nelle fila della Lega, e residente in Toscana. Lo abbiamo incontrato per chiedergli, da soldato, se l’esercito è la soluzione al problema sicurezza a Firenze e quale sarebbe la sua ricetta. Così come alcune tematiche che ‘lo colpiscono’ come la disabilità e l’omosessualità.


Partiamo dalle questioni del momento: servirebbero corsi specifici per disabili?
“È chiaro che sono stato frainteso. Nell’intervista non ho mai detto che abbiamo bisogno di classi diverse come diceva il titolo dell’articolo. Ho appena detto che le persone disabili meritano cure, attenzioni specifiche, peculiari e dedicate, sia in termini di personale che di strutture ad hoc. Questo perché le loro capacità sono diverse da quelle neurotipiche e deve essere loro consentito di svilupparle al massimo delle loro capacità”.


Gli omosessuali sono persone malate da curare?
«L’altro giorno Bonafé ha detto che nel mio libro ho scritto che gli omosessuali sono dei malati che devono curarsi. Falso, non è vero. Effettivamente è un’affermazione molto seria quella fatta da lui. Non mi aspettavo queste falsificazioni. Paolo di Paolo ha detto che ho scritto che esistono culture superiori e inferiori: falso. Ho detto che apprezzo tante culture ma non voglio confonderle con la mia, quella in cui mi identifico. Non ho mai parlato di superiorità e inferiorità che sono alla base del razzismo e che non ho mai abbracciato. Di Paolo dovrebbe stare attento a quello che scrive. E il mio libro non è un piccolo Mein Kampf come dice Di Paolo”.

Per mesi a Firenze ci si aspettava che l’esercito, di cui lei è generale, aiutasse le forze dell’ordine. L’esercito è la soluzione al problema sicurezza di Firenze?
“Pensare che le forze armate siano la soluzione alla sicurezza interna è dittatoriale. Le forze armate possono sostenere l’applicazione della legge ma non possiamo pensare ad una militarizzazione della società. La sicurezza interna deve essere affrontata con tutta una serie di misure che, però, non devono avvalersi di una struttura creata per la difesa esterna. Le forze armate servono all’uso della forza o alla minaccia dell’uso della forza. Questo è il loro scopo principale e ineludibile. Dovremmo adottare misure che consentano alle forze dell’ordine e alla società civile di garantire sicurezza. Questa è la soluzione.”

Cosa si potrebbe fare per migliorare la sicurezza?
“Nel frattempo, applicate le regole esistenti in modo molto rigoroso. E poi se ci sono necessità, cambiare le regole. Leggi e regolamenti sono strumenti. Se non raggiungono gli scopi a cui sono destinati, vengono modificati in modo da garantire sempre la sicurezza. Senza sicurezza, qualsiasi altra attività sociale ed economica è impossibile da sviluppare. È il primo bisogno di ogni cittadino oltre alla sopravvivenza: mangiare, bere, dormire. Dobbiamo garantirlo in qualsiasi città. Un cittadino non può aver paura di uscire, di essere aggredito o molestato. La stessa cosa con una donna. Le nostre stazioni a volte sono, fuori, campi di battaglia. Quando arrivo in certe città, devo guardarmi intorno io stesso, vedere dove metto lo zaino, controllare il portafoglio, perché sono diventate situazioni invivibili. C’è bisogno di un intervento deciso per restituire ai cittadini la fruibilità di tutti gli spazi urbani”

Ti vedresti consigliere alla Sicurezza a Firenze?
“Per svolgere un’attività in una città bisogna conoscerla bene, conoscendone tutte le dinamiche. Ho lavorato lì a Firenze. Due mesi l’ultima volta, tre mesi, e ancora per qualche tempo quando ero capo di gabinetto della sezione di Vittorio Veneto. Ma non credo di avere quella conoscenza specifica della città. Queste però sono cose su cui bisognerebbe riflettere e che potrebbero essere messe sul tavolo se ci fosse la possibilità di diventare consigliere. Però in questo momento sono candidato al Parlamento europeo e mi sto concentrando su questo ruolo”.

 
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