«La società non sa come integrare i figli degli immigrati» – .

«Il degrado giovanile è un fatto oggettivo, non è allarmismo mediatico. E ciò può essere ricondotto a una cattiva gestione dell’immigrazione”. Lo psicologo ha spiegato il fenomeno presente in tutto l’hinterland milanese e anche a Legnano, seppure in misura minore. Angelo Aparo rappresentante del “Gruppo Trasgressione” a margine di a incontro svoltosi ieri, martedì 7 maggio, presso l’Istituto Melzi di Legnano. Qui l’esperto, che si occupa di questo tema da oltre quarant’anni, ha parlato con cinquanta studenti delle scuole medie nell’ambito di un progetto di Educazione Civica seguito dal preside della scuola Flavio Merlo con la collaborazione di Libera. Aparo, interpellato direttamente dal giornalista, lo ha chiarito il vero problema non sono i cellulari, che “alienano”, ma l’incapacità della società di integrare i giovani nati in Italia da genitori stranieri. «Questi ragazzi nel pieno dell’adolescenza, quindi nella ricerca di un’identità, si ritrovano soli. Non trovando il loro posto, cercano sostegno nelle bande e nei comportamenti violenti”.

Per Aparo è una situazione chiara “sotto gli occhi di tutti”. Naturalmente questa non è la storia di tutti i ragazzi con famiglie immigrate, ma lo è per una buona percentuale di loro. In questi gruppi rientrano anche quegli adolescenti, provenienti da famiglie italiane, che per i motivi più disparati si perdono. «L’immigrazione è un fenomeno presente nella nostra società, solo che non esistono programmi di integrazione che tengano conto delle esigenze dei figli degli stranieri: hanno bisogno di un’identità riconosciuta. Di un percorso che li faccia sentire italiani come gli altri. Non possiamo evitarlo: le differenze ci sono e sono tali che se non accettate con la loro positività generano solo conflitti”.

C’è quindi una differenza sociale che diventa ancora più evidente nei piccoli centri di provincia: «Se una persona si perde c’è una sola strada, quella dell’illegalità. La violenza e gli abusi ti fanno sentire forte”. Pertanto è la comunità che deve dare risposte alle nuove generazioni con accoglienza, educazione e consapevolezza di quanto sia dannosa l’intolleranza. È l’adulto che vive nella società di oggi che deve fare un passo avanti nel prendersi cura di tutti i giovani: “Servono strumenti e un nuovo modo di affrontare questo fenomeno”.

Dal canto suo Legnano ha realizzato con gli educatori della cooperativa Albatros un progetto rivolto ai minori, azioni di prevenzione pensate proprio per contenere questa tendenza e allo stesso tempo offrire percorsi alternativi.

Giovani e piccola criminalità, al posto della multa a Legnano si propone un percorso educativo

 
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