È stato appena presentato il corso di laurea magistrale biennale in Economia per l’Ambiente e la Sostenibilità. Al centro c’è il riciclo tessile.
Redazione
8 maggio 2024
PRATO, SIENA – La ditta Rifò di Prato recupera abiti usati, ne rigenera il filato grazie agli artigiani locali e lo utilizza per realizzare nuovi capi. L’idea è quella di ridurre il consumo di materie prime recuperare materiali pregiati la cui vita non è ancora finita, ma anche produrre in modo tale da evitare sprechi e sovrapproduzione.
Basti pensare che una fibra di cotone denim può essere rigenerata fino a 3 volte e una fibra di cashmere vergine anche 5 volte. Inoltre i capi vengono messi in prevendita online per raccogliere gli ordini in anticipo così da produrre solo il necessario. È importante sapere che il rigenerazione delle fibre tessili è possibile solo quando i capi sono realizzati al 100 per cento (o quasi) con un determinato materiale, vergine o rigenerato.
Ora l’Università di Siena ha stretto una partnership con l’azienda per organizzare un master biennale in Economia per l’Ambiente e la Sostenibilità (EAS). Il corso è appena stato presentato da Salvatore Bimontedirettore del Dipartimento di Economia Politica e Statistica, e da Silvia Tiezzi, presidente del comitato didattico. La sede di San Francesco ospiterà contenitori per la raccolta di maglioni in lana e cashmere e pantaloni in denim che potranno essere rivalutati come capi di seconda mano, o inseriti nel processo di riciclo.
Scegliere, al momento dell’acquisto, capi in cotone o lana che non contengano percentuali significative di materiali sintetici significa anche pianificare di poter dare, in futuro, una nuova vita ai tuoi vestiti. Rifò, inoltre, destina parte dei propri ricavi al finanziamento di a scuola per straccivendoli rivolto ai giovani coinvolti in programmi di integrazione del territorio, un progetto dall’impatto sociale che unisce i temi della formazione a quelli della salvaguardia della tradizione tessile.
