Antonio Careca è a Napoli e ho fatto visita questo pomeriggio alla città di Castellammare di Stabiaprima di trasferirsi a Casa di Napoli dove ha conosciuto i ragazzi della Virtus Junior Napoli. Lo ha detto l’attaccante brasiliano, secondo quanto raccolto da CalcioNapoli24:
“Quale messaggio lasciare nel cuore dei bambini? I bambini sono puri e hanno voglia di vincere ma non è facile anche se non è impossibile: basta avere impegno, allenarsi e impegnarsi nell’allenamento. Quando ti alleni devi dimenticarti di tutto: dalla mamma alla famiglia, solo per poterci provare. Lentamente, lentamente, senza pressioni. Lo sviluppo dei giovani è fondamentale. Quando torno a Napoli frequento spesso le scuole calcio, mi piace lavorare con loro.
A Napoli ho vissuto tante emozioni e tanta gioia: nel 1987-1988 alla fine perdemmo, c’era un Milan forte ma noi calammo un po’. Abbiamo dato il cuore ma non abbiamo potuto. Vincere il secondo scudetto, la Supercoppa e la Coppa Uefa regala emozioni e ci ha permesso di scrivere la storia del Napoli.
Maradona? Era un calciatore di altissima qualità, era un sogno poter giocare al suo fianco. Ringrazio Dio che mi ha dato la possibilità di essere stato qui a Napoli con Maradona. Se n’è andato troppo presto ma resterà sempre nei nostri cuori.
Coppa Uefa? Ho giocato con la febbre, ce l’ho da due giorni. Non potevo restare fuori, volevo essere lì. Avevo 40 di febbre, sudavo tantissimo ma l’importante è che c’era e, ancora oggi, ringrazio i medici e lo staff. Ho segnato il terzo gol e abbiamo portato a casa un trofeo importante, il primo internazionale.
Monello brasiliano o napoletano? Sembrano molto simili.
