Cesena e Toscano, la questione organici e uno stallo che non fa bene a nessuno – .

Cesena e Toscano, la questione organici e uno stallo che non fa bene a nessuno – .
Cesena e Toscano, la questione organici e uno stallo che non fa bene a nessuno – .

Nel basket si chiama garbage time, nel ciclismo su pista è il surplace, nel calcio è la cosiddetta melina. A Cesena c’è grande attesa da oltre un mese. Un’attesa che, dopo l’ultima giornata di Supercoppa di domenica 19 maggio, si concluderà con l’annuncio sul futuro di Domenico Toscano. Considerato quanto (non) è accaduto questo mese, con i tempi sempre più allungati, ci sarebbe da stupirsi se il club bianconero e l’allenatore calabrese continuassero a braccetto almeno per un’altra stagione ai piani alti. C’è aria di addio, anche se oggi non c’è nulla di definito e di definitivo. Ci sono però quattro certezze da mettere sul tavolo e considerare.

Quello che sappiamo

La prima: Toscano ha un altro anno di contratto con il Cesena, rinnovo automatico dopo la promozione, e vuole restare. Due: Fabio interno, direttore dell’area sportiva, non ha intenzione di mandarlo via perché riconosce a Toscano i meriti della vittoria e la qualità del lavoro svolto. Ma nelle stanze di Villa Silvia, in vista della prossima stagione, vorrebbe cambiare qualcosa. Dopo aver deciso di non confermare il medico sociale Vittorio Gemellaro, l’Artico vorrebbe coinvolgere anche lo staff tecnico, un’idea che Toscano vede come una sorta di “invasione di campo”. Terza certezza: venerdì 26 aprile l’allenatore bianconero ha incontrato i fratelli Aiello, Scotto e Ciaccia, (non Artico, con i quali Toscano non ha mai voluto, per ora, progettare il futuro rinviando tutto al 20 maggio), chiedendo loro di riconoscere qualcosa per la valorizzazione dei giovani. Quel “qualcosa” resta da quantificare, ma l’allenatore non ha mai chiesto un ulteriore prolungamento contrattuale. La quarta e ultima certezza: le richieste per Toscano. Il Catania ha già bussato alla sua porta, pronto a proporre a lui e al suo staff un contratto più lungo accompagnato da un’ottima proposta economica. Anche la Triestina sta pensando a Toscano, ma non ha fatto alcun passo ufficiale in quanto il direttore generale Alessandro Menta è molto vicino alla famiglia Aiello e non intende creare problemi ai suoi amici.

Nuova identità

In attesa della fine della stagione, dovesse essere l’addio con Toscano, non resta che porsi una domanda: cosa perderà il Cesena? Innanzitutto un allenatore che in due anni ha totalizzato 175 punti, la migliore in termini di media punti della storia del Cavalluccio. La Serie B è un altro mondo, ma l’impatto fortissimo dato dall’allenatore in questi due anni è stato evidente e determinante. Riconosciuta da tutti i protagonisti, la chiave di volta di questa stagione è stata una sola: la forza mentale della squadra. Il lavoro di Toscano e del suo staff è stato certosino fin dal primo giorno di ritiro e per capire quanto sia riuscito a entrare nella mente dei suoi giocatori basta guardare cosa è successo dopo il 30 marzo: il Cesena è stata l’unica squadra tra tutte quelle che hanno finora festeggiata una promozione l’hanno praticamente sempre vinta. Questo aspetto mentale sarebbe il primo pilastro della ripartenza del prossimo anno in Serie B e permetterebbe di confermare la spina dorsale e di conseguenza l’identità della squadra.

L’arrivo di un altro allenatore, invece, porterebbe a molti più cambiamenti in rosa. Innanzitutto perché Toscano potrebbe portare con sé alcuni dei “suoi uomini” e poi perché l’approccio della nuova guida potrebbe essere diverso da quello scelto dal calabrese. Sulla conferma dei giovani non si discute, ma se arrivasse un allenatore con il dogma della difesa a quattro, cosa accadrebbe in difesa e magari sulle fasce? Tutto dipenderà dalla scelta di ARCTIC.

Doppio esempio

Poi c’è la storia recente e ci sono gli esempi da seguire o non imitare. Dopo le ultime tre promozioni, il Cesena ha cambiato allenatore due volte e solo in un caso ha scelto di confermare l’allenatore. L’esempio da seguire, in caso di addio, sarebbe quello dell’estate 2010, quando Massimo Ficcadenti arrivò in Romagna dopo il tanto discusso addio con Bisoli: annusato con diffidenza e mai apprezzato appieno, Ficca cambiò completamente spartito e approccio, ma è riuscito a strappare una splendida salvezza in Serie A valorizzando tanti esordienti.

Discorso diverso 5 anni fa. Il Cesena, dopo aver salutato Beppe Angelini, ha scelto di cambiare molto e di affidarsi a un allenatore giovane ed emergente come Francesco Modesto, che ha ingannato tutti in estate prima di non fare alcun passo in campionato e di farsi esonerare un mese dopo il lockdown. Solo nel 2014 si decise di confermare l’allenatore dopo una promozione (Bisoli), ma nemmeno Ancelotti e Guardiola avrebbero salvato l’ultimo Cesena ad affacciarsi in Serie A.

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