«Così l’italiano si rinnova» – Pescara – .

PESCARA. Il maestro Manzi, in televisione, insegnava a leggere e scrivere agli italiani analfabeti, figli della guerra e della povertà. Sessant’anni dopo gli insegnanti sono diventati Tik Tok, Instagram e Facebook. In mezzo, tra il maestro Manzi e i social network, c’è la scuola quotidiana che cerca di decifrare il presente e inseguire il futuro. Un’altra puntata di “31 minuti”, il programma settimanale di approfondimento di Rete8 in collaborazione con il centroche va in onda alle 22.30 diretto da Antonio D’Ottavio. Un viaggio, dalla lavagna ai meme, tra i giovani e il linguaggio che cambia, a partire dalle nuove parole ormai già incluse nei dizionari come “trigger” e che provocano una reazione. Per parlare dell’evoluzione dell’italiano, in un percorso che asseconda i cambiamenti della società, Pierluigi Ortolanoprofessore di Linguistica italiana presso l’Università d’Annunzio di Chieti Pescara.
Ma cosa vogliono dalla vita i ragazzi che ora stanno reinventando l’italiano? La risposta arriva da una ricerca della Società italiana di sociologia, presentata in Parlamento con l’obiettivo di rendere la politica attenta ai bisogni dei giovani. In questa ricerca si dice che i giovani abruzzesi sono «fortemente legati al loro territorio, che considerano bello dal punto di vista artistico, naturalistico e paesaggistico e un luogo tranquillo e sicuro in cui vivere». Due gli elementi principali secondo i giovani e cioè «la richiesta di essere ascoltati per esprimere bisogni, criticità e problemi» e «la richiesta di partecipazione e coinvolgimento in percorsi di co-progettazione con le istituzioni, per sviluppare progetti mirati in maniera strategica ”.
I giovani abruzzesi che esprimono queste nuove esigenze vivono (e vorrebbero restare) in una regione che sta ormai cambiando pelle: una regione che fatica a uscire dal cerchio dell’arretratezza, emanciparsi dal Sud e unirsi alla treno del centro nord. E su questo fronte la spinta dei ragazzi è decisiva. Il primo segnale è il livello di istruzione che aumenta sempre di più: secondo i dati Istat dell’ultimo censimento, il 37,1% degli abruzzesi ha almeno il diploma di scuola superiore; Il 15,8% ha il diploma di scuola primaria; Il 26,5% ha il diploma di scuola media; Il 15,7% ha una laurea e anche una specializzazione; gli analfabeti sono lo 0,7% della popolazione mentre coloro che sanno leggere e scrivere ma non hanno un titolo di studio sono il 4,3%. Tra il 2011 e il 2019 il numero degli analfabeti in Abruzzo si è dimezzato mentre è aumentato il numero dei giovani con un titolo universitario e superiore e, tra questi, ci sono soprattutto donne. Nella geografia dell’istruzione, L’Aquila e Pescara sono le province in cui risiedono le persone con titolo di studio più elevato. L’istruzione terziaria è più diffusa nei capoluoghi di provincia mentre nei piccoli centri avviene il contrario.
Crescono i laureati in Abruzzo. Negli ultimi 15 anni i laureati di primo livello sono passati da 35mila a 50mila con un incremento del 42,3%; i laureati magistrali passano da 112mila a 135mila con un incremento del 19,3%. Le donne rappresentano il 60,1% dei laureati di primo livello; le donne rappresentano il 56,4% del totale dei titolari di qualifiche terziarie e di secondo livello e il 51,3% dei dottori di ricerca, si tratta di valori superiori alla media nazionale. In Abruzzo sono quasi 5mila i medici ricercatori.
In questo contesto è un luogo comune dire che i giovani non conoscono e non conoscono più l’italiano: la differenza è il contesto. I giovani di oggi sono immersi in Internet, comunicano tramite chat e utilizzano termini che molti adulti non conoscono o non capiscono. Il “malessere” non indica più soltanto un «malessere fisico di natura non specificata», come dice il dizionario, ma è anche una persona cattiva che provoca ansia e frustrazione. Ma oltre a concerti illimitati, fiumi di inchiostro scorrono anche tra gli adolescenti: ci sono addirittura ragazzi che, a 13 anni, hanno già scritto un libro. Francesca Annese ha 14 anni e, l’anno scorso, era solo in terza media, a Pescara, quando scrisse “Heric e la profezia del cristallo”; Andrea Genovese da Pescara, a 16 anni scrive “L’amore ai tempi del coronavirus”; Beatrice Bonanni di Nicola16 anni, pescarese, è autore di “Il cielo stellato dentro di me”; Filippo Guidisempre di Pescara, a 20 anni scrisse “Il ragazzo che urlava in silenzio”.
E poi c’è chi si allena sapendo perché studiare è come lo sport: Maria Barbieri, 15 anni, frequenta il liceo classico Torlonia di Avezzano ed è campione nazionale italiano, eletto nella finale svoltasi ad Ercolano. Per vincere doveva realizzare la sintesi di un saggio breve, la composizione di un testo informativo per una brochure partendo da due fotografie dell’artista Dorothea Lange e, infine, un testo creativo che raccontasse, in chiave giornalistica, il ritorno di Marco Polo. a Venezia. E questo è stato il verdetto della giuria, presieduta dall’accademico della Crusca Gianluca Barone: «Dalle produzioni emerge un’ottima ricchezza lessicale, supportata da una struttura sintattica non banale e da una scrittura chiara e corretta».
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