Disoccupazione al minimo ma il lavoro resta precario – .

CREMONA – Il tasso di disoccupazione a Cremona è del 2,6%, il secondo più basso in Italia. E la popolazione occupata nel 2023 segna un incremento di ottomila unità, arrivando a 154.400, il dato più alto degli ultimi dieci anni. I dati Istat presentati ieri nel rapporto Ptsclas elaborato in collaborazione con la Camera di Commercio di Cremona valorizzano ampiamente il territorio cremonese. Ma ora, secondo Andrea Gianniproject manager di Ptsclas, la società di consulenza che ha redatto il rapporto annuale sull’andamento del mercato del lavoro cremonese, “la vera sfida è la qualità del lavoro”.

Riflessioni al centro dell’incontro dedicato agli studenti delle scuole superiori cremonesi, ai quali il Presidente della Provincia, Paolo Mirko Gentiluominiha rivolto il suo invito a guardare con entusiasmo al mercato del lavoro: «Dal punto di vista privilegiato in cui ti trovi, anche attraverso gli strumenti che la nostra Provincia ti mette a disposizione come i Centri per l’impiego. I numeri incoraggianti che presentiamo oggi sono anche grazie alla crescente attività svolta negli ultimi anni da tutti gli enti coinvolti. Oggi più che mai mi sento di augurarvi un ‘buon lavoro’.” Poi la parola passa ai tecnici che snocciolano i dati relativi al territorio, fornendo un quadro molto positivo sul fronte occupazionale e, viceversa, sul tasso di disoccupazione, tra i più bassi d’Italia.

«Nel 2023 gli occupati arriveranno a 154.400, in aumento di oltre 8.000 unità rispetto al 2022 (quando erano circa 146.000) e in recupero rispetto ai livelli pre-pandemia, tenendo conto che nel 2019 erano circa 152.000». Numeri positivi soprattutto per quanto riguarda il tasso di attività (che mette insieme gli occupati e gli occupabili in cerca di lavoro), che raggiunge il 70,9%. Guardando nello specifico all’occupazione, il tasso è del 69,1% e colloca Cremona al trentaquattresimo posto in Italia dove nel 2022 era venti posizioni più in basso. Di questi lavoratori, la maggioranza, 91.200, sono impiegati nel settore dei servizi, 48.100 nell’industria, 7.900 nell’agricoltura e 7.300 nell’edilizia. «Anche nel rapporto tra popolazione attiva (arrivata a 158.522) e la cosiddetta ‘forza non lavorativa’, con 63.529 persone che non lavorano né cercano occupazione, siamo tornati ai livelli pre-pandemia».

Obiettivi che erano stati fissati nei tempi drammatici del Covid e che sono stati raggiunti alla fine dello scorso anno, confermando il trend positivo del 2022. «Ma il fiore all’occhiello dei dati relativi al nostro territorio – prosegue Gianni – riguarda il tasso di disoccupazione: se nel 2024 Cremona si attestava al 5,4% dei disoccupati, nel 2023 è successo qualcosa di imprevedibile, arrivando al 2,6%. Un vero e proprio tracollo, che ci mantiene in vetta alla classifica italiana, secondi solo a Bolzano che mette a segno un tondo 2%. Ma i dati numerici devono essere accompagnati da una lettura critica, che guardi alla qualità oltre che alla quantità del lavoro nel territorio provinciale. «Dobbiamo porci sempre qualche dubbio nella consapevolezza che i dati vanno collocati in una realtà complessa. Le sfide sono legate in particolare al divario di genere, ancora forte, e alla tipologia dei rapporti di lavoro che si instaurano”.

Su quest’ultimo fronte, in particolare, Cremona è la terzultima provincia della regione per percentuale di assunti a tempo indeterminato sul totale dei contratti. Come dimostra il rapporto positivo tra entrate contrattuali (51.472) e cessazioni (49.309), in provincia sono tornate le assunzioni, ma senza la necessaria stabilità. «Nel 2023 i contratti a tempo indeterminato erano il 19,2% del totale, contro il 54,5% dei contratti a tempo determinato e un preoccupante 18,1% dei contratti di fornitura superflessibili».

E un altro tema resta quello del pendolarismo per motivi di lavoro: «La scarsa attrattività del territorio è legata da un lato al crollo del tasso di fertilità (numero di figli per donna), che lo scorso anno è sceso sotto la soglia di allarme di 1,3 , e alla crescita del tasso di anzianità che ha raggiunto quota 211,3 (che significa 211 anziani ogni 100 giovani)”. Un fenomeno che determina un pendolarismo fuori dalla nostra provincia verso altre città della Lombardia e non solo, pari al 41,7% dei contratti avviati nel 2023. Una difficoltà per il territorio e in particolare per le imprese come dimostra il dato relativo alla percentuale di ricavo previsto difficilmente ottenibile. A Cremona è al 49% (su un fabbisogno di cento lavoratori le aziende stimano che sarà difficile trovarne 49), quattro punti sopra la media regionale.

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