Tappa spettacolare al Giro d’Italia nelle Marche, trionfo per Fano. La Seri premia Alaphilippe, folla sul percorso e al traguardo – .

Tappa spettacolare al Giro d’Italia nelle Marche, trionfo per Fano. La Seri premia Alaphilippe, folla sul percorso e al traguardo – .
Tappa spettacolare al Giro d’Italia nelle Marche, trionfo per Fano. La Seri premia Alaphilippe, folla sul percorso e al traguardo – .

FANO Vince Alaphilippe, vince il Giro, vince Fano. Si sapeva che c’erano tutti i presupposti perché questa dodicesima tappa dell’edizione 2024 della corsa rosa fosse un successo, ma che potesse assumere i connotati di un trionfo era semplicemente una speranza, anche se forse ben riposta. . Non è mancato praticamente nulla e quindi nemmeno il sole, nonostante le previsioni meteo prevedessero addirittura un po’ di pioggia e cielo plumbeo al mattino intorno all’ora dell’arrivo.

In fuga per 126 chilometri

A rallegrare la giornata, sportivamente parlando, è stato Julian Alaphilippe, due volte campione del mondo e saldamente in cima ai gusti degli appassionati, per il suo talento ma anche per il suo modo inimitabile e anche un po’ folle di interpretare le corse. In una tappa di 193 chilometri che per sua concezione era stata paragonata alla Liegi-Bastogne-Liegi, il campione francese, che aveva disputato un buon numero di classiche, tra cui la Milano-Sanremo, se la cavò dopo una cinquantina di chilometri e non gli fu reso più facile riprendersi, attaccando i “muri” marchigiani con la sana complicità di Mirco Maestri, che poi ha dovuto alzare bandiera bianca alla fine. L’abbraccio tra i due a fine gara, con la gratitudine del vincitore ricambiata dalla più bella dichiarazione possibile dell’italiano (“correre con lui è stato come vincere”), ha magnificato un’impresa che gli osservatori non hanno esitato a lodare tra le più belle del Giro. Insomma, la Martinsicuro – Fano, scandita da ritmi frenetici (quasi 47 chilometri di media, tanto che Alaphilippe tagliò il traguardo con largo anticipo rispetto al previsto) rischia seriamente di passare alla storia come l’evento sportivo nazionale più amato e amato. antico, raccontato da immagini che hanno reso ampia giustizia alle bellezze della città e del territorio.

Elogio a Mondolfo

Partendo da Mondolfo, decantato per il titolo di uno dei Borghi più belli d’Italia e per il suo ruolo di culla del gioco della palla col braccialetto, e prima di entrare in una città la cui storia è stata esplorata con rigore storico vissuto, dalla dea Fortuna e l’Arco di Augusto fino a Vitruvio e le recenti scoperte che hanno avvalorato la tesi che forse la Basilica esiste davvero. Delle colline, del porto, del lungomare e del centro storico, grazie anche alle riprese dall’alto, poco è sfuggito, tranne forse l’Eremo camaldolese. D’altro canto si poteva percepire chiaramente la consistenza della folla che ha cominciato ad accalcarsi nella zona degli arrivi fin dal mattino per poi ammassarsi lungo tutto il percorso cittadino. Da una tappa alpina la cornice degli appassionati, disciplinatissimi, sulla difficilissima salita verso Monte Giove lungo quella Via Patuccia “che mai avrei immaginato in vita mia di vedere attraversata dal Giro” ha confidato quasi commosso un residente che ha sempre amato Ciclismo.

L’assalto a Monte Giove

La marea di persone all’arrivo non si è dispersa nemmeno al termine della tappa, facendo da sfondo, insieme al Bastione del Nuti e Porta Maggiore, ad una “prova di scena” in cui l’importanza dell’evento appena avvenuto il posto è stato celebrato.

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Corriere Adriatico

 
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