Bergamo, il Conservatorio nell’ex convento dei Celestini: tutti i dettagli (e le cifre) del progetto

Bergamo, il Conservatorio nell’ex convento dei Celestini: tutti i dettagli (e le cifre) del progetto
Bergamo, il Conservatorio nell’ex convento dei Celestini: tutti i dettagli (e le cifre) del progetto

DiDonatella Tiraboschi

Trattativa in corso da qualche mese dopo le indiscrezioni su Percassi. L’operazione richiede 15 milioni di euro, decisivo sarà l’esito del bando ministeriale

È una musica nuova che potrebbe presto risuonare nell’ex convento dei Celestini a Bergamo. Niente più canti gregoriani e lodi mattutine, ma la musica che tutti gli strumenti e lo studio che un Conservatorio possono produrre. E questo perché, da tempo, l’Istituto Superiore di Studi Musicali Gaetano Donizetti pone ben più di un occhio sul complesso di Borgo Santa Caterinaintraprendendo con decisione la strada dell’acquisto e del conseguente e necessario restyling.

Le risorse del Conservatorio non bastano

Il silenzio che circonda l’operazione è in corso da alcuni mesi è grave, ma non basta perché, almeno a grandi linee, qualcosa è trapelato e va nella direzione della vendita. In sostanza il Conservatorio, frugando nelle aule della sede di via Palazzolo, dove ci sono circa 270 studenti, e nelle capienti casse dell’istituto, già mesi fa, era stato avviato un serissimo confronto con la proprietà dell’Istituto delle Sacramentine per prendere possesso dei 4.800 metri quadrati dell’ex convento. Questo è il primo passo, affrontato sulla base di a solidità finanziaria del Conservatorio in grado di assicurare l’acquisto in prima istanza per una stima che, nel 2022, si aggirava intorno ai 10 milioni, ma che nella fase di trattativa seguita negli ultimi anni avrebbe potuto abbassarsi notevolmente. Ipotizzando un esborso di circa 8 milioni, si arriva al secondo passaggio, che porterebbe ad una sorta di stallo nella finalizzazione dell’affare. Il recupero e riuso degli spazi è alla base di un profondo restyling dell’edificio che, con due chiostri e una chiesa, risale al XIV secolo.

La gara destinata all’Afam

Tralasciando preoccupazioni burocratiche e dettami della Soprintendenza, per lo stoccaggio di aule e spazi, il preventivo non scherza: ne servono altri milioni, 6 o 7 secondo quanto si apprende. Fondi che il Conservatorio non ha in mano, ma che avrebbe puntato a raccogliere partecipando, nel 2023, ad un bando ministeriale destinato all’Afam, il sistema italiano di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica composto da istituti diffusi su tutto il territorio nazionale. Dall’esito più o meno favorevole di questo bando (di cui non si conoscono i termini) dipenderà la conclusione di un’operazione che ha molteplici significati.

Le vecchie voci legate a Percassi e all’antico legame

Il “caso Celestini” esplose due anni fa quando voci di interessi immobiliari avevano al centro il patron dell’Atalanta Antonio Percassi. Alla base del trasferimento era ormai evidente la difficoltà delle monache a sostenere le spese di gestione e di mantenimento necessarie di un immobile ricco di storia, ma anche di difetti costruttivi e con impianti obsoleti ed energivori (all’epoca le bollette del gas erano alle stelle). L’anno scorso, ad esempio, si è scoperto che le travi di sostegno di un’ala del chiostro lo erano gravemente malato, tanto che se ne ipotizza il crollo, con conseguenze disastrose per l’intero complesso architettonico. A complicare, però, il quadro di una possibile cessione era (e resta) l’antico legameistituito dal donatore Lodovico Goisis nel 1940 e che il complesso diventerebbe un orfanotrofio e che comunque aveva scopi sociali. Una clausola decisiva, che non consente alcun tipo di riconversione commerciale e/o residenziale, ma che obbliga l’acquirente ad operare in un quadro di attività pubblica e sociale. Per questo motivo il campo dei possibili acquirenti è piuttosto limitato e ha visto la nascita di un’istituzione come il Conservatorio cittadino che ha come obiettivi primari lo studio, l’elaborazione, lo sviluppo e la diffusione della cultura, della creazione e della pratica musicale.

Il Politecnico delle Arti

Una realtà che oggi vive una nuova stagione, dopo il Conservatorio Donizetti e l’Accademia di Belle Arti Carrara confluiti in un unico «Politecnico delle Arti»come previsto dalla legge, a partire dal corrente anno scolastico dopo un’attesa di tanti anni. L’obiettivo dichiarato è quello di creare un centro di alta formazione artistica e musicale. Quanto al complesso, ancora nel 2022 alle prime avvisaglie di una possibile vendita, si erano levate a difesa sia la voce del Fai che quella di Italia Nostra sezione bergamasca, che avevano subito auspicato la ricerca di altre soluzioni “anche facendo leva sui vincoli esistenti . La città di Bergamo non può permettersi di perdere un pezzo di storia”.


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26 maggio 2024

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