Prostituzione minorile a Bari, il racconto: «Cacciata di casa, mi chiese aiuto: così abbiamo iniziato»

Prostituzione minorile a Bari, il racconto: «Cacciata di casa, mi chiese aiuto: così abbiamo iniziato»
Prostituzione minorile a Bari, il racconto: «Cacciata di casa, mi chiese aiuto: così abbiamo iniziato»

BARI – “Ho sbagliato, ammetto i miei errori, ma non immaginavo nemmeno che potesse essere un reato”. Dal verbale del lungo interrogatorio di Antonella Albanese, 23enne barese arrestata nell’ambito delle indagini sul giro di prostituzione barese, emerge il pentimento della giovane, finita prima in carcere e poi ai domiciliari con l’accusa di aver indotto alla prostituzione tre minorenni.

Nel suo racconto davanti al gip Giuseppe Ronzino, però, l’indagato (difeso dall’avvocato Nicola Lerario) ammette le sue responsabilità solo nei confronti di una delle tre ragazze: per comodità la chiameremo Francesca. I due erano vecchi amici e tra loro c’era solo un anno di differenza. «Io avevo 18 anni e lei 17, la differenza era minima. Ora ha un figlio piccolo, un compagno e ha cambiato la sua vita”. «Ho agito con leggerezza – ha precisato – non pensavo nemmeno di commettere un reato. Cosa potevo capire di tutto questo? Ho chiesto scusa anche alla famiglia”.

La Albanese ha ammesso di aver lavorato come ragazza immagine nelle Marche, per poi tornare a Bari. Una volta tornata nella capitale avrebbe rivisto Francesca. Il minore le avrebbe chiesto aiuto, poiché la madre l’aveva cacciata di casa e le aveva portato via anche il cellulare. «Da 18enne senza cervello le ho detto: vieni con me, ho un paio di amici che forse conoscerai e ti daranno dei soldi. Comprati delle cose, vieni con me. Quel maledetto giorno ho commesso un errore. E da lì è nato tutto, che tutto questo durasse un giorno. Poi dal momento in cui la mamma ha continuato a chiamarla, ha visto che non era più possibile fare così»…

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