luogo degli “orrori” di proprietà del Comune di Asti – .

luogo degli “orrori” di proprietà del Comune di Asti – .
luogo degli “orrori” di proprietà del Comune di Asti – .

A giudicare dalle foto diffuse dai consiglieri comunali di minoranza Briccarello, Bosia, Malandrone e Miroglio, l’ex mattatoio di viale Pilone, i cui locali sono ancora oggi “utilizzati come luogo di lavoro per le squadre di operai gestite dai Lavori Pubblici”, evoca immagini più simili a quelli che gli astigiani sono abituati a vedere nei pressi del campo rom, anziché in un edificio ad uso pubblico. Un “luogo degli orrori”, dove tra rifiuti ammassati, incuria, ambienti ridotti al minimo e altro ancora, viene da chiedersi come sia stato possibile che il complesso cadesse in un tale degrado.

Gli assessori Briccarello e Bosia illustreranno nel dettaglio lo stato dell’arte dell’ex mattatoio di viale Pilone, allegando una nota stampa ad una corposa interpellanza firmata con i colleghi dell’opposizione Malandrone e Miroglio. «Servizi igienici non a norma, caldaie rotte, veicoli abbandonati nel cortile, fastidiose perdite d’acqua e crepe nei muri sono solo la punta di un iceberg che svela molto di più sotto – osservano gli assessori – Innanzitutto l’abbandono totale da parte della politica realtà di operare non solo con, ma anche per i tecnici dei vari settori, i quali, siano essi dirigenti o operatori, non possono agire in ambienti insalubri e degradati. Poi c’è la totale incapacità di amministrare un settore che dovrebbe rappresentare e di fatto rappresenta, anche in bilancio, una delle fette più grandi della torta, sia in termini di finanziamenti, che di lavoratori e di incarichi”.

«Ma cosa significa tutto questo per gli astigiani? – continuano dai banchi della minoranza – Oltre alle questioni evidenti, ovvero spazi e luoghi pubblici abbandonati, materiali utilizzati per manifestazioni ed eventi mal manutenuti e con il rischio di perdersi in mezzo al caos, ce ne sono altre più nascoste, ma problemi altrettanto preoccupanti. Quanto costano agli astigiani i veicoli non funzionanti, ma ancora targati? Perché non vengono demoliti? Siamo a conoscenza del materiale presente? Esiste un inventario? Sappiamo cosa comporta l’ingresso di non esperti nell’area? Cosa comporta il degrado dell’edificio, a livello strutturale ed igienico, all’ambiente circostante? In termini di impoverimento del territorio cittadino? Non approfondiremo ulteriormente la vergognosa questione in cui gli operatori sono costretti ad operare, riteniamo che il reportage fotografico sia di per sé abbastanza eloquente”.

Nell’interpellanza, indirizzata al sindaco Maurizio Rasero e al vicesindaco Stefania Morra, che è anche assessore ai Lavori Pubblici, i quattro assessori presentano numerose domande di carattere tecnico non solo sullo stato dei luoghi, non ultima quella su un aspetto ancora più rischioso: «L’amministrazione è a conoscenza – concludono – della possibile presenza di amianto all’interno dell’edificio?”.

 
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