Giovane disabile aggredito a Livorno, la storia choc del padre Il Tirreno – .

Giovane disabile aggredito a Livorno, la storia choc del padre Il Tirreno – .
Giovane disabile aggredito a Livorno, la storia choc del padre Il Tirreno – .

LIVORNO. «Non gettare la plastica per terra. Ci sono i contenitori”. Questa frase, poi l’assalto del branco con spinte e sputi. Gianni (nome di fantasia), ragazzo disabile di 27 anni, fa qualche passo indietro. Inciampa. Poi cade. E proprio in quel momento viene colpito al volto con lo spray urticante. «Quattro di loro hanno aggredito mio figlio – dice il padre di Gianni, di cui omettiamo le generalità per non rendere riconoscibile il figlio -. Se n’è andato ieri (domenica 26 maggio, ed) dall’ospedale con prognosi di 15 giorni”. Ed ecco l’appello: “Chi ha visto farsi avanti qualcosa – dice il padre – i responsabili dell’attentato si assumano le proprie responsabilità”.

Lo sputo e lo spruzzo

Succede tutto sabato pomeriggio – 25 maggio – in via Lorenzini, in zona Colline. Sono le 17.30 e Gianni è nella zona del parco. «Quello accanto alla passerella dei cani», precisa il padre. Ad un certo punto vede un ragazzo che getta a terra alcuni contenitori di plastica. “Mio figlio non lo ha sgridato nel vero senso della parola, gli ha solo fatto notare che c’era un bidone e che avrebbe potuto buttare lì la spazzatura”. Il ragazzo, però, non sembra prenderla bene e si avvicina a Gianni insieme ad alcuni amici. «Erano quattro: due ragazze e due ragazzi. Erano giovani, dovevano avere tra i 14 e i 17 anni, e lo hanno aggredito”. Innanzitutto con le offese. Poi andrebbero ancora oltre. «Hanno cominciato a sgridarlo. E gli hanno anche sputato addosso”. Il 27enne fa qualche passo indietro, inciampa e cade a terra su un fianco, procurandosi alcune contusioni sulla parte sinistra del corpo.

Lo spray urticante

«Mentre cadeva, una delle ragazze lo ha spruzzato con lo spray urticante che, fortunatamente, non gli è andato negli occhi, ma gli è comunque arrivato al collo e alla bocca. Inoltre questi ragazzi hanno continuato ad offendere mio figlio anche quando era già a terra”. Poi arrivano altre persone. “Ad un certo punto si sono avvicinate altre persone, si sono fatte avanti e questi ragazzi se ne sono andati”. Poi viene lanciato l’allarme e Gianni va in ospedale. «Mi ha chiamato dicendomi che lo avevano aggredito e che era stata chiamata l’ambulanza. L’ho poi raggiunto al pronto soccorso di Livorno, dal quale è stato dimesso poche ore dopo con una prognosi di 15 giorni.

“Ha paura”

Il giovane sta bene, «anche se è un po’ contuso ed è chiaramente spaventato – racconta il padre -. Il timore, però, è attuale. Nel senso che adesso teme di ritrovarseli davanti. E cosa succede se li incontra? Se fosse stato aggredito una volta, potrebbe anche succedere di nuovo”. Allora il padre di Gianni dice che oggi andrà a denunciare l’accaduto recandosi in questura.

L’appello

E, intanto, lancia un appello: «Chiedo a chiunque abbia visto qualcosa di farsi avanti. Comprese le persone che si sono avvicinate ai ragazzi l’altro giorno. Speriamo di trovare testimoni. Perché è giusto che quanto accaduto venga denunciato alle forze dell’ordine e che questi bambini vengano identificati”. Secondo il padre – che si basa sui racconti raccontati dal figlio e da chi dice di sapere chi frequenta quel parco – ad aggredire Gianni è stato un gruppo di quattro bambini molto piccoli: due ragazze e due ragazzi.

Il precedente

E un altro gruppo di ragazzi, che molto probabilmente non c’entravano nulla con i fatti di via Lorenzini, sabato sera ha aggredito un coetaneo su un autobus delle Autolinee Toscane diretto a Collesalvetti. In quel caso quello che è successo è che, vista la situazione, l’autista ha fermato il veicolo nei pressi del cimitero di Lupi per far scendere tutti e uno dei ragazzi (erano un gruppetto formato da quattro/cinque persone) prima di fuggire ha preso a calci la porta di un autobus, rompendola. E se in quest’ultimo caso sono in corso accertamenti da parte della polizia di Stato, che può contare anche sulle telecamere di videosorveglianza installate a bordo del veicolo per ricostruire i fatti, nel caso di Colline oggi sarà il padre del ragazzo ad andare a denunciare tutto alla polizia. .

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