Il cantiere del metanodotto SNAM è stato “sequestrato” dagli ambientalisti – .

Il cantiere del metanodotto SNAM è stato “sequestrato” dagli ambientalisti – .
Il cantiere del metanodotto SNAM è stato “sequestrato” dagli ambientalisti – .

SULMONA – Lo avevano previsto e lo hanno fatto. Sotto l’occhio attento di Polizia e Carabinieri, gli attivisti No Snam hanno “sequestrato” il cantiere abusivo che la multinazionale del fossile ha allestito in zona Case Pente a Sulmona per costruire la centrale che dovrebbe spingere il gas fino a Minerbio (BO) lungo il metanodotto Linea Adriatica, lungo 430 chilometri.

Prima di procedere alla messa dei “sigilli” sul cantiere, gli ambientalisti hanno spiegato che l’intervento si è reso necessario a seguito dell’inerzia delle autorità preposte che ad oggi non hanno adottato alcun provvedimento. Perciò i cittadini hanno deciso di “sostituirsi” ai responsabili, recintando il cantiere con un nastro biancorosso e ponendo all’ingresso un grande cartello con la scritta: “Cantiere abusivo sequestrato dai cittadini”.

“Nei giorni scorsi – hanno riferito i rappresentanti dei comitati cittadini per l’ambiente – Snam ha diramato un comunicato con il quale ha cercato di giustificarsi affermando di aver ottenuto una proroga dal Ministero per l’inizio dei lavori della centrale . Ma il documento citato dall’azienda non fa altro che confermare quanto gli ambientalisti sostengono da oltre un anno attraverso denunce e segnalazioni alla Magistratura e al Comune. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, infatti, nel luglio dello scorso anno, ha prorogato il vincolo di pubblica utilità e il vincolo di esproprio preordinato ma non il termine per l’inizio dei lavori, la cui autorizzazione è irrimediabilmente decaduta il 7 marzo 2023. In un Maldestro tentativo di evitare la decadenza dell’atto autorizzativo, Snam aveva prontamente e prontamente predisposto qualche giorno prima un fantomatico “inizio lavori”, violando apertamente la condizione fondamentale posta dal Decreto VIA del marzo 2011, ossia l’adempimento di 22 prescrizioni prima della costruzione”.

Un mese fa, undici attivisti sono entrati nel cantiere, occupandolo temporaneamente ed esponendo pubblicamente cartelli che evidenziavano la situazione di illegalità in cui opera Snam a Sulmona. Finora non è stata sporta denuncia contro gli attivisti né da parte della Polizia né da parte della Snam, che nella sua arroganza continua a ignorare l’invito a un incontro pubblico con i cittadini.

L’atto di “sequestro” del cantiere, definito dagli ambientalisti “un atto necessario di obbedienza civile”, è avvenuto al termine di un flash mob teatrale in cui l’accusa era rappresentata da un “procuratore cittadino” e la difesa da una goffa “signora Snam” affiancata da due improbabili sostenitori.

Nel corso dello spettacolo teatrale sono state evidenziate non solo le violazioni della legge ma anche i tanti danni e rischi connessi alla realizzazione del progetto della Linea Adriatica, la cui necessità è contestata alla radice dagli ambientalisti. “Si tratta di un lavoro del tutto inutile – dicono – perché il consumo di gas nel 2023 ha toccato i minimi storici, appena 61 miliardi e 500 milioni di metri cubi. Le infrastrutture del metano esistenti sono eccessive rispetto al fabbisogno italiano. Piuttosto che costruirne di nuovi, dovremmo iniziare ad avviare un programma per lo smantellamento di questi impianti”.

“Snam vuole realizzare la centrale e il metanodotto solo perché in ballo c’è un affare da due miliardi e 500 milioni di euro – aggiungono -; anche se nel tubo non passasse nemmeno un metro cubo di gas, la Snam ci avrà guadagnato, perché i cittadini italiani pagheranno i lavori con la bolletta energetica. Anche i finanziamenti che l’Europa dovrebbe erogare attraverso il PNRR sono soldi pubblici sprecati che, invece, potrebbero essere utilizzati con profitto per sviluppare fonti energetiche pulite e rinnovabili e per mettere in sicurezza il territorio del nostro Paese”.



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Snam Sulmona


 
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