Si riprenderà per la prossima stagione? – .

Almqvist sì o Almqvist no? Questo è il dilemma. No, non è Amleto a porsi questa domanda ma il Lecce, nella figura del presidente Sticchi Damiani. Giocatore…

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Almqvist sì o Almqvist no? Questo è il dilemma. No, non è Amleto a porsi questa domanda ma il leccesenella figura di Presidente Sticchi Damiani. Lo svedese, infatti, è destinato a tornare nella sua base, ovvero nel club russo Rostovda cui è arrivato in prestito a inizio stagione.
Riportatelo subito dentro Salentino quest’estate comporterebbe un certo esborso finanziario da parte del club giallorosso, anche se la speranza è quella di ripetere l’operazione a suo tempo portata avanti con Pongracic. Il croato infatti è stato prima restituito (sempre a fine prestito) ai tedeschi del Wolfsburg e poi acquistato a titolo definitivo a condizioni economiche più favorevoli.
Ma il gioco varrebbe la proverbiale candela? Dal punto di vista della prestazione, la stagione di Almqvist ha attraversato due fasi. Il primo tempo è stato caratterizzato da buone prestazioni e anche da due gol: il primo all’esordio in campionato, contro Lazio; il secondo è stato ottenuto a novembre contro il Roma.
La seconda parte, invece, è stata caratterizzata da grandi difficoltà. Lo spartiacque è rappresentato dall’infortunio patito a dicembre dopo il pareggio casalingo contro Bologna. Da lì in poi lo svedese ha faticato a recuperare e quando è tornato in squadra a gennaio non era più brillante come nella fase iniziale della stagione. Alla fine il campionato dell’Almqvist si è concluso con 30 presenze, solo 2 gol segnati e 1 assist prodotto. Numeri non certo buoni per un attaccante esterno. E questo nonostante lo svedese fosse il terzo giocatore giallorosso per numero di tocchi nell’area avversaria con 82, dietro solo a Krstovic (137) e Piccoli (84). C’è anche da dire che, con l’esonero di Roberto D’Aversa e l’arrivo di Luca Gotti sulla panchina salentina, i compiti di Almqvist sono cambiati. D’Aversa ha infatti adottato il 4-3-3 come sistema base e, in questo contesto, il ventiquattrenne originario di Nyköping ha agito da attaccante largo. Sotto la nuova direzione tecnica di Gotti e con il passaggio a 4-4-2 Almqvist ha dovuto reinventarsi come centrocampista. Posizione in cui, anche per l’atteggiamento generale più cauto della squadra rispetto a prima, lo svedese è stato chiamato a dare un maggiore apporto in fase difensiva.
Un lavoro non estraneo a un giocatore che ha comunque chiuso la stagione con 24 contropressioni effettuati per riconquistare subito la palla persa. Solo Ramadani (56) e Oudin (26) ne hanno registrati di più. Alla fine, l’apporto di Almqvist non è mancato nemmeno in fase offensiva, visto che parliamo del giocatore con più dribbling vincenti prodotti a Lecce (38) dopo Banda (42).
La conferma o meno dell’ex nazionale Under 21 svedese potrebbe quindi essere influenzata, oltre che dal costo, anche dalla scelta che Gotti (o chi siederà sulla panchina del Lecce la prossima stagione) vorrà fare riguardo al suo utilizzo. Come sostituto decisivo in uscita dalla panchina, Almqvist potrebbe rappresentare una spesa eccessiva. Se dovesse essere utilizzato frequentemente tra i titolari come attaccante esterno nel 4-3-3 o nel 4-2-3-1, è necessario che il giocatore migliori il rapporto con la porta. Quest’anno Almqvist ha infatti tirato 40 volte, ma solo 15 di questi tiri sono finiti in porta.
La percentuale degli scatti totali effettuati è stata solo del 5%. Almqvist ha spesso sbagliato a scegliere quando e dove calciare. Da esterno che deve soprattutto aiutare la squadra a risalire in campo, senza necessariamente chiedergli un maggiore contributo in gol, avrebbe invece senso la conferma di Almqvist. A patto di servirlo in corsa, in verticale e non, come troppo spesso fatto quest’anno, sulla figura, costringendolo e fermando la palla dando le spalle alla porta avversaria.

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Giornale pugliese

 
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