il padre della ragazza suicida di 15 anni ha pagato un killer per uccidere l’uomo che ha violentato sua figlia – .

DiMichela Della Rocca

Svolta nel processo per l’omicidio di un pastore, ucciso pochi mesi dopo aver scontato 11 anni di carcere per violenza sessuale su una bambina. Il genitore del 15enne avrebbe pagato agli assassini 20mila euro

È considerato il sospettato mandante dell’omicidio dell’uomo, chi ha abusato della figlia quindicenne. È l’accusa del pm Stefania Bianco Lucio Iorillo, 64 anniex operaio della Comunità Montana del Taburno, padre della ragazza tolta la vita il 6 gennaio 2008 e indagato dalla Procura di Benevento per l’omicidio di Giuseppe Matarazzo. Difeso dagli avvocati Raimondo Salvo e Renato Jappelli, Iorillo dovrà comparire il 27 novembre davanti al Gup Loredana Camerlengo, che dovrà valutare la sua requisitoria.

L’imboscata

Matarazzo, lo era ucciso con due colpi di pistola fuori casa nel luglio 2018, appena un mese dopo essere tornato in libertà dopo averlo fatto ha scontato una pena di 11 anni e 6 mesi per aver abusato di una ragazza di 15 anni, che poi si suicidò. La richiesta del Pubblico Ministero Bianco per Iorillo rappresenta un nuovo sviluppo nell’indagine dei Carabinieri sull’omicidio del pastore 45enne, su cui la Suprema Corte ha annullato la sentenza della Corte d’Appello di Napoli, emessa il 14 marzo 2023, con la quale furono assolti, per non aver commesso il delitto, Giuseppe Massaro (difeso dagli avvocati Angelo Leone e Mario Palmieri), 59 anni, di Sant’Agata dei Goti, e Nasta generoso (avvocati
Orlando Sgambati e Angelo Raucci), 34 anni, di San Felice a Cancello ritenuti i presunti assassini del pastore sannita.

I soldi pagati

Una sentenza, quella di secondo grado che aveva letteralmente ribaltato, quella della Corte d’Assise di Benevento che, il 6 ottobre 2021, aveva condannò i due imputati all’ergastolo. Massaro è accusato di aver commesso
fornita la 357 Magnum, legalmente detenuta, con la quale il pastore sarebbe stato ucciso e l’auto, che Nasta avrebbe poi guidato. Una ricostruzione alla quale, secondo gli inquirenti, era lui aggiunto un nuovo pezzo. Secondo la Procura sannita il mandante del delitto sarebbe stato Iorillo, che si sarebbe organizzato previo versamento di 20mila euro, in parte pagato, a Massaro e Nasta. Non solo, il 64enne si sarebbe creato un alibi per allontanare ogni sospetto. La sera in cui è stato ucciso Matarazzo, l’uomo avrebbe incontrato diverse persone proprio per non destare sospetti.

La madre

L’omicidio, per il quale ora è indagato Iorillo, è avvenuto il 19 luglio 2018 in via Bocca nel quartiere Selva, un mese dopo Giuseppe Matarazzo era tornato in città avendo scontato (a partire dal 2011) una condanna a 11 anni per le violenze subite dalla minorenne, che poi si è tolta la vita. Quella sera del 19 luglio assiste all’omicidio di Giuseppe Matarazzo era la madre, tra i pochi a fornire una vaga descrizione di quell’auto due uomini a bordo da cui erano partiti i colpi di pistola, che avevano raggiunto il figlio, al cuore e al petto come emerso dall’autopsia effettuata dal medico legale Emilio D’Oro.

Le testimonianze

Negli ultimi anni lo sono stati ascoltare decine di personedai carabinieri per ricostruire le varie fasi del delitto, coinvolgendo sia i componenti della famiglia Matarazzo che Iorillo e molti vicini della vittima. Ora, però, con un nuovo processo d’appello per i due presunti assassini e la richiesta di rinvio a giudizio per Iorrillo, l’epilogo giudiziario di questa vicenda oscura e tragica sembra ancora lontano.


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1 giugno 2024 (modificato il 1 giugno 2024 | 10:17)

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