“Vengono qui per rifugiarsi” – .

“Vengono qui per rifugiarsi” – .
“Vengono qui per rifugiarsi” – .

C’è un uomo disteso a terra nella sala d’attesa della stazione di Imola. Sta dormendo, con la testa appoggiata su una valigia vuota ed è avvolto in una pesante coperta blu. Sono tanti i passeggeri in attesa del treno delle 7.21 in direzione Milano, proveniente da Rimini, ma la presenza del senzatetto non sembra turbarli. All’alba di venerdì erano in due. “Vado molto spesso a Bologna e da un po’ lo noto – racconta una ragazza in compagnia del fidanzato mentre aspetta l’arrivo del treno –. Ogni volta che lo vedo, dorme. Quando torno verso il tardo pomeriggio non c’è più, probabilmente di giorno va verso il centro”, conclude, mentre sistema lo zaino.

“Oggi è solo, di solito siamo in due o anche in tre – nota un altro ragazzo mentre compra il biglietto alla macchinetta –. Non mi capita di prendere il treno molto spesso, ma ultimamente quando arrivo in stazione noto che nell’atrio c’è sempre qualcuno che aspetta. In un sabato mattina come gli altri, tra i tanti pendolari presenti, lo segmento più numeroso è occupato dagli studenti diretti a Faenza, dove molti frequentano le scuole superiori. Una di loro fa colazione al bar, mentre aspetta il treno.

“Non mi sorprende la sua presenza – dice, riferendosi al senzatetto –. Non c’è sempre, ma frequenta regolarmente la stazione e ho cominciato a notarlo da quest’inverno. È strano che sia solo, solitamente con lui ci sono gli altri, sono sempre gli stessi”. La giovane non mostra alcun timore nei confronti del senzatetto, anzi. “Mi dispiace molto per lui – dice –. Probabilmente durante la notte viene a ripararsi dal freddo”, conclude. “Secondo me lui e gli altri due che ogni tanto dormono qui sono una famiglia o almeno si conoscono – sostiene una signora timbrando il biglietto –. Qualche giorno fa ho preso il primo treno e li ho visti. Dormivano tutti e tre vicini”. Non si sa quale sia l’identità di questi senzatetto, né la loro età o provenienza. Tanto che la polizia locale e le Ferrovie dello Stato non hanno ricevuto alcuna segnalazione. Nei loro confronti però non c’è timore, ma molta preoccupazione.

A conoscenza della situazione, invece, è la Croce Rossa di Imola, che è già intervenuta in loro aiuto. “Sappiamo chi sono, ma non possiamo dire troppo su di loro. Noi volontari, comunque, usciamo tre volte a settimana, per poter distribuire cibo e qualche coperta e facciamo almeno due giri nella zona della stazione – precisa Alessandro Brunori, presidente del Comitato della Croce Rossa di Imola – . Abbiamo offerto ricovero a queste persone durante l’inverno in un ricovero messo loro a disposizione. Cerchiamo di fare tutto il possibile, ma non è sempre facile”.

 
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