I tifosi dell’Ancona gonfi di rabbia. Al corteo prendono parte coloro che sono lì da sempre. Appaiono striscioni contro l’azienda – .

I tifosi dell’Ancona gonfi di rabbia. Al corteo prendono parte coloro che sono lì da sempre. Appaiono striscioni contro l’azienda – .
I tifosi dell’Ancona gonfi di rabbia. Al corteo prendono parte coloro che sono lì da sempre. Appaiono striscioni contro l’azienda – .

Un’altra giornata di passione per i tifosi. E questa volta la passione va intesa nel senso più puro del termine.

Quella che corrisponde all’amore incondizionato per i colori biancorossi. Dalla probabile presenza di alcuni di loro all’incontro con Silvetti che a sua volta avrà un primo faccia a faccia con la parte residua di una società smembrata (Mauro Canil e Roberta Nocelli). Fino al grande evento promosso per la serata di oggi, a partire dalle 19.30.

E cioè un presidio che animerà le vie del cuore della città. “Solo per noi, tutti in corteo. Orgoglioso, nessuna mancanza. Decine e decine di anconetani, giovani e adulti si daranno appuntamento in piazza Roma per poi, da quanto emerso, muoversi in direzione del Passetto. Nel manifesto diffuso online, un esplicito invito ai tifosi dorici a colorare il centro con sciarpe, bandiere e maglie doriche. Per lanciare un messaggio chiaro a chi ha messo ancora una volta a serio rischio la prima squadra cittadina. Gli unici a esserci sempre stati, nonostante tre cadute (2004, 2010 e 2017) e una quarta da evitare, sono loro. Esclusivamente loro. Cuore e anima dell’Ancona: i tifosi. L’evento di stasera, purtroppo, non avrà nulla a che vedere con il festoso corteo della scorsa estate, che ha illuminato una notte in cui i sogni sportivi erano altri. Differenti sono anche le ambizioni e i proclami aziendali, così come le aspettative di un’intera piazza. Tutto finì quel grottesco 4 giugno. Una giornata pazzesca. Che soprattutto i tifosi biancorossi hanno vissuto con il fiato sospeso, a partire dalle prime notizie poco rassicuranti rimbalzate fuori dalle stanze del Palazzo di via Schiavoni. Si precipitarono lì, preoccupati.

Hanno espresso il loro dissenso. Hanno gridato il loro orgoglio. E finalmente sono tornati di nuovo a sperare. Fino a quando quell’ambasciata non consegnò verso mezzanotte, che li mandò a letto con più di un pensiero.

Il giorno successivo si scoprì presto come la situazione fosse peggiorata. E così si sono ritrovati di nuovo, due sere fa, davanti al PalaRossini. Mentre in città comparvero i primi striscioni.

Nel mirino c’è quel “noi&tu” tanto caro alla governance del club. Sempre presente in certi post sui social. Se non fosse per l’effetto boomerang che ne deriva, dopo tutto quello che è successo. “Siamo il simbolo della città, bastardi senza dignità”, l’eloquente manifesto appeso dagli ultras all’ingresso della Capitale. “Ancona merita di più”. La canteranno anche stasera. In generale loro, i tifosi, che ci sono sempre stati a prescindere dalla categoria, meritano di più. Per i sacrifici fatti perseguendo una passione. Quella che corrisponde all’amore per Ancona.

 
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