Piemonte, i costruttori finanziano, il politico nomina – .

NOel 2019 in Piemonte, alcune imprese dei Fantini, famiglia di costruttori, hanno finanziato la campagna elettorale del presidente della Regione Alberto Cirio e del capogruppo PD Raffaele Gallo, che hanno promosso la nomina nel 2022 di Roberto Fantini, ora indagato per il concorso esterno in associazione mafiosa, nell’organismo regionale per il controllo degli appalti e degli appalti

Andrea GiambartolomeiEditore Lavialibera

7 giugno 2024

Ecco un esempio di come, a volte, controllato e controllore finiscono sorprendentemente per coincidere. Un imprenditore, rappresentante di una famiglia con molteplici interessi nei lavori pubblici, viene nominato consigliere nell’organismo di controllo appalti e appalti della Regione Piemonte e delle sue partecipate. Ancor di più perché la famiglia dell’imprenditore in questione è anche una generosa finanziatrice di candidati e partiti di diverso colore. Nessun conflitto di interessi sollevato.

È il caso di Roberto Fantini55 anni, imprenditore torinese indagato per concorso esterno nell’associazione mafiosa come parte dell’indagine Echidna per i suoi rapporti economici con un presunto boss della ‘ndrangheta. Come emerso dopo l’operazione dello scorso aprile, nel 2022 era il candidato sostenuto dal Partito Democratico al ruolo di consigliere comunaleOrganismo regionale di controllo collaborativo (Orecol), che si occupa di contrastare le illegalità negli atti della Regione e delle sue partecipate. Fantini risulta essere vicino non solo alla famiglia Pasqua, considerata dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino ai vertici del club Brandizzo ‘Ndrangheta, ma anche alla famiglia di due politici, il Gallo: Salvatore e Raffaelecapolista del gruppo Pd in ​​consiglio regionale fino al 7 aprile 2024. Nella campagna elettorale del 2019, il giovane politico dem aveva ricevuto un contributo elettorale da una delle società del gruppo della famiglia Fantini, che ha versato anche al presidente Alberto Cirio e Fratelli d’Italia dei finanziamenti. Finanziamenti che, se fossero davvero trasparenti, permetterebbero di scoprire e denunciare i reati conflitto di interessi prima del procedimento penale.

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Finanziamento elettorale 2019.

Nel 2019 alcune aziende legate a Cogefa, la grande azienda della famiglia Fantini, attiva nel settore delle costruzioni, hanno fornito contributi elettorali a destra e a sinistra. Ad esempio il Toro srlguidata da Filippo Fantini (figlio di Massimo e nipote di Roberto), ha stanziato 5mila euro per la campagna elettorale di Alberto Cirio, il candidato di Forza Italia allora eletto presidente del Piemonte. Anche il Toro – emerge dalle relazioni disponibili sul sito del parlamento – il 7 maggio 2019 ha trasferito 2.500 euro a Fratelli d’Italia. Infine un’altra azienda, la Consigliere LMFche fa capo alla Lema Consulting Ltf di Massimo Fantini e fa ancora parte del gruppo Cogefa, ha erogato 5mila euro a Raffaele Gallo, divenuto poi capogruppo Pd in ​​consiglio regionale.

Lavialibera ottenuto tali dati attraverso la consultazione della contabilità, regolarmente depositata presso la Corte d’Appello. Alla sezione “Registro degli elettiSul sito della Regione Piemonte, però, questi dati non sono disponibili. Nonostante lunghe ricerche e richieste di accesso civico generalizzato a quanto pare, non siamo stati in grado di controllare i finanziamenti destinati alle liste elettorali.

Il comunicato elettorale di Raffaele Gallo sul sito della Regione Piemonte non indica i finanziatori della sua campagna elettorale
Anche il comunicato di Alberto Cirio sul sito della Regione Piemonte non indica i finanziatori della sua campagna
Anche il comunicato di Alberto Cirio sul sito della Regione Piemonte non indica i finanziatori della sua campagna

Un’arma in più per i cittadini: il monitoraggio civico

L’inchiesta Echidna, da Fantini al Gallo

Sul posto sono arrivati ​​i carabinieri del ROS Salvatore Gallo indaga su Roberto Fantini durante l’indagine Echidna. Gallo, prima socialista e poi politico del Partito Democratico, ha ricoperto fino al 2015 incarichi di vertice nella società italiana del Traforo autostradale del Frejus (Sitaf), che gestisce l’autostrada Torino-Bardonecchia, e nella controllata Sitalfa, di cui Fantini è stato amministratore e con cui dava lavoro alla ditta di Giuseppe Pasqua, indagato con l’accusa di essere boss della ‘Ndrangheta a Brandizzo (Torino). Gallo senior – 85 anni – è indagato per estorsione, peculato e corruzione elettorale.

Gli interessi dei Gallo nelle nomine

Dall’ordinanza dell’operazione Echidna emerge un certo impegno di Raffaele Gallo e del padre Salvatore nel nomination di persone a loro vicine in alcune aziende pubbliche. Tra questi, c’è anche l’interesse per gli incarichi di Fantini nella Sitalfa, società controllata dalla Sitaf, nella quale Salvatore Gallo ha avuto per lungo tempo un ruolo di vertice, e poi nella Società dell’Interporto di Torino (Sito), di cui il società finanziaria della Regione, Finpiemonte, è un azionista. Per questa nomina, avvenuta nel 2020, «Gallo Salvatore e Fantini Massimo si sono attribuiti reciprocamente la paternità», si legge nell’ordinanza. Tuttavia, nel giugno 2021 Roberto Fantini si è dimesso, sia per motivi di salute, sia per assumere un incarico in una società del gruppo Cogefa, Cogepi, che avrebbe potuto dar luogo a conflitto di interessi.

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La nomina di Fantini alla Orecol

A sinistra, Roberto Fantini insieme ai soci Orecol, il presidente della Regione Alberto Cirio (terzo da sinistra) e il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia (terzo da destra)
A sinistra, Roberto Fantini insieme ai soci Orecol, il presidente della Regione Alberto Cirio (terzo da sinistra) e il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia (terzo da destra)

Il 21 luglio 2022 si riunirà il Consiglio regionale del Piemonte commissione consultiva per le nomine, che esprime opinioni su chi è più adatto a ricoprire una posizione. Devono scegliere tra persone di “famigerata indipendenza, di elevata e comprovata professionalità, con riconosciuta esperienza nel settore pubblico o privato” e una serie di competenze. Giunta e giunta regionale dovranno effettuare “una rigorosa valutazione delle candidature”.

Quella mattina, oltre ai componenti e ai supplenti degli assenti, sono due i consiglieri esterni che chiedono di partecipare. Uno è il leader del gruppo PD Gallo. Dal verbale della riunione, ottenuto da lavialiberaemerge che è lui a parlare personalmente con il presidente della commissione, il leghista Stefano Allasia: si pronuncia sulla definizione di “indipendenza notoria” e “suggerisce di riflettere se sia opportuno o meno definire meglio la tempo cronologico di “raffreddamento”.”; spiega “che il concetto di ‘ufficio pubblico’ (uno dei limiti per le candidature, ed) è assolutamente indeterminato”. In breve, aiuta ad affinare alcuni criteri di selezione. Alla fine, sulla “nota indipendenza”, la commissione è d’accordo: “chi ricoprirà cariche sarà escluso”. cariche pubbliche elettive, incarichi pubblici o incarichi in partiti politici o organizzazioni sindacali o che hanno ricoperto tali incarichi o incarichi negli ultimi tre anni” nonché “coloro che hanno rapporti continuativi di collaborazione o di consulenza con partiti politici o organizzazioni sindacali o che hanno intrattenuto tali rapporti nei tre anni precedenti la nomina”. Il finanziamento dei partiti non è considerato un criterio di “notoria indipendenza”.

Gallo partecipa anche alla prossima riunione, il 17 novembre. Ai consiglieri viene consegnato un documento di lavoro – ottenuto da lavialibera – con profili e valutazioni dei candidati. Lo leggiamo il 21 luglio alcuni, con CV preziosi, sono stati ritenuti non idonei. Ad esempio, il generale dei Carabinieri Mariano Mossa è risultato “incedibile” perché aveva terminato il suo incarico nei tre anni precedenti. L’alto funzionario ritira così la sua candidatura. Altri, invece, vengono scartati ruoli in aziende, aziende sanitarie o fondazioni legato alla Regione.

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Si notano alcuni aspetti di Fantini: presidente di una società che si occupa di costruzione e manutenzione di strade e autostrade (Cogepi, ed); da luglio 2020 al 2021 consigliere dellaInterporto di Torinoincarichi in altre società private e amministratore di una “società a controllo pubblico che gestisce i processi di acquisto di beni, lavori e servizi in applicazione della normativa Codice degli appalti”. Inizialmente la commissione raccomandava “valutare il requisito di professionalità (…) poiché ciò sembra emergere solo dall’incarico di amministratore delegato di una società a controllo pubblico che si occupa di appalti pubblici”, ma – giusto una riga più sotto – si legge che “nella riunione del 21 luglio”, alla quale Gallo ha partecipato , “la Commissione, effettuando una prima valutazione, ha ritenuto integrato il requisito di professionalità”.

Il 22 novembre il consiglio regionale sceglie tre membri tra i 17 aventi diritto. Fantini viene proposto per la carica di presidente, ma ottiene solo sette voti contro i 21 dell’ex magistrato Arturo Soprano. Prende però 11 voti da consigliere e ce la fa. Per questo ruolo gli verrà corrisposto uno stipendio mensile lordo di 2.157,93 euro.

Dopo l’operazione Echidna, il 7 aprile Raffaele Gallo ha lasciato l’incarico di capogruppo ed ha interrotto l’attività campagna elettoralementre Fantini ha lasciato il suo ruolo nella Orecol “con una lunga lettera di scuse”, scrive il quotidiano Notizie di Torino.

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La questione della trasparenza del finanziamento dei partiti

Trasparenza assoluta sulla campagna elettorale perché me la finanzio io”, ha annunciato – nel corso di un confronto tra i candidati alle elezioni regionali organizzato da Libera Piemonte il 28 maggio – il presidente Alberto Cirio, che nel 2019 aveva invece ricevuto quasi 60mila euro da cittadini e imprese. Il principale rivale, il candidato del Partito Democratico Gianna Penteneropromesso maggiore trasparenza.

Dopo Echidna, il partito ha presentato ai candidati e a quelli delle liste alleate a codice di autoregolamentazione: “Oltre a rispettare scrupolosamente la normativa in materia di trasparenza e rendicontazione elettorale, il candidato si impegna a rendere pubblico il bilancio preventivo e consuntivo della campagna elettorale, evidenziando tutte le fonti di finanziamento, sia dirette che indirette, provenienti da privati ​​o tramite associazioni, fondazioni, centri Educativi”. Dall’elenco mancano le aziende. Poi c’è un altro grimaldello. Tutto ciò dovrà avvenire “nel rispetto della normativa vigente politica sulla riservatezza“, con cui spesso – come dimostrato da questo caso – ilinteresse collettivo.

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