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Una scala per Peppino Impastato a Catanzaro, inaugurata l’opera ‘A tutto volume’ dell’artista Spadanuda – .

Catanzaro – Un’opera d’arte – realizzata lungo le scalinate che collegano piazza Montegrappa a via Alberti, via Ambrosio e via Borelli (nei pressi dei Giardini di San Leonardo) – dedicata a Peppino Impastato è stata inaugurata a Catanzaro nel corso di una breve cerimonia alla presenza di Marcella Stagno, anticonformista palermitano e redattore di Radio Aut insieme a Impastato. L’opera rientra nel progetto “Scalin’arte”, la cui direzione artistica è affidata a Massimo Sirelli, che nei mesi precedenti, sempre a Catanzaro, aveva realizzato la scala tra via Milano e via Piave sulla base di un finanziamento privato di la banca di credito cooperativo Centro Calabria. Per l’esecuzione della scala dedicata all’Impastato dell’artista Simonluca Spadanuda, il Comune di Catanzaro, su proposta dell’assessore alla Legalità Marinella Giordano, si è avvalso del “Fondo Legalità”. È stato un lavoro di squadra – ha detto Spadanuda -. Ci sono 95 passi, e sicuramente ne facciamo cento mentre li percorriamo, e magari qualcuno mentre lo fa ci pensa, e questa per me è una cosa importante. Ma la Catanzaro che ho visto era molto bella, ci faceva continuamente i complimenti, e da parte mia devo ringraziare particolarmente i ragazzi del liceo artistico, il tutor Felice. L’opera vuole rappresentare l’equalizzatore grafico della radio. Quando il volume è al massimo la luce diventa rossa, e rossa significa che il nostro messaggio deve essere a tutto volume, forte e senza giri di parole”.

“La scelta di Radio Out in quel momento – ha spiegato Marcella Stagno ai giornalisti – è stata fatta per riuscire a raggiungere più persone possibili. C’è da considerare che 50 anni fa il modo di comunicare era completamente diverso da quello di oggi. Il nostro metodo iniziale erano i volantini, ma ci siamo resi conto che il volantino presentato nel contesto di Cinisi in quel momento era un mezzo inefficace, perché anche se la gente lo voleva, aveva paura di essere vista mentre tentava di prenderlo. La radio ci ha permesso di farci sentire da tutti senza che nessuno lo sapesse, nell’intimità di casa nostra. Questa era la forza del veicolo.”

“In realtà – ha continuato Stagno – credo che la cosa più importante sia stata l’ironia con cui si prendeva in giro tutto. Anche la lotta alla mafia è stata naturale, perché ci siamo trovati in un territorio permeato dalla mafia. Ma il nostro obiettivo era trovare una società in cui valesse la pena vivere. Quindi lo sfruttamento sul lavoro, l’occupazione delle terre, gli sfratti e le espropri di terreni per la costruzione di Punta Raisi che hanno spazzato via l’economia di Cinisi, in queste lotte ci siamo scontrati con la mafia. Ma la lotta è partita da bisogni personali, e sono temi ancora attuali dopo cinquant’anni. “Come donne – ha osservato Stagno – negli anni ’70 in una cittadina come Cinisi siamo riuscite a creare un collettivo femminista che parlava di divorzio, aborto, temi che nel Paese ci etichettavano come ‘puttane’, ma i traguardi che abbiamo raggiunto in quegli anni li stiamo perdendo tutti. Facciamo attenzione, sono cose a cui non possiamo non prestare attenzione. Purtroppo dal punto di vista politico stiamo attraversando un momento difficile e tutti i risultati raggiunti ci vengono lentamente portati via. Vorrei dire ai giovani che sebbene il film I Cento passi abbia indubbiamente favorito la conoscenza di Peppino, per noi che abbiamo lavorato con lui è stato un film che lascia molte lacune. Soprattutto non si concentra sul messaggio principale: la creazione di un gruppo e la condivisione di tutto. Dico ai ragazzi: alzate lo sguardo dai cellulari, ascoltatevi e parlatevi”.

BM

 
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