i biglietti dovranno essere rimborsati all’ex sindaco di Palermo Cammarata e ad un avvocato – .

Non arrenderti mai quando una compagnia aerea si rifiuta di rimborsarti per un viaggio mancato. Lo sanno bene l’avvocato Alessandro Palmigiano (questa volta nei panni del viaggiatore) e l’ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata. A causa del malessere dei familiari, non hanno potuto imbarcarsi e la compagnia aerea ha negato loro il rimborso. I giudici di pace di Palermo hanno condannato le compagnie aeree con due distinte sentenze. Ad assistere Palmigiano erano due colleghi del suo studio legale, gli avvocati Mattia Vitale e Licia Tavormina; mentre Diego Cammarata è stato assistito dallo stesso Palmigiano insieme a Mattia Vitale.

L’avvocato Palmigiano era stato costretto a non imbarcarsi a causa di un problema di salute della compagna. La sentenza del giudice di pace, Antonio Cutaia, ha chiarito che la tutela del rimborso per mancato viaggio in caso di motivi di salute si estende anche ai familiari, intesi in maniera estensiva, in questo caso al convivente.

L’altro caso, che ha coinvolto Diego Cammarata, risale al 24 aprile 2023, quando l’ex sindaco avrebbe dovuto imbarcarsi per Roma, per poi prendere un volo in coincidenza e raggiungere New York come destinazione finale, insieme alla moglie e alla figlia. Il giorno del viaggio, però, la figlia si è sentita male proprio mentre si trovavano già all’aeroporto di Palermo, motivo per cui i suoi genitori l’hanno portata al presidio della Croce Rossa all’interno dell’aeroporto, dove le è stata diagnosticata una tossicosi alimentare. Nel frattempo il volo per Roma era decollato e la famiglia Cammarata aveva quindi chiesto alla compagnia di viaggiare sul volo successivo per non perdere la coincidenza con New York, e per non modificare il resto del programma di viaggio. La famiglia Cammarata è stata però costretta a trascorrere il resto della giornata in aeroporto. Alla fine, la soluzione trovata ha comportato costi aggiuntivi e lo stravolgimento del programma di viaggio, con la perdita di una notte in albergo e dei servizi connessi, nonché dell’arrivo a destinazione il giorno successivo. Il Giudice di Pace Giacoma Valenti ha ritenuto che “ai ricorrenti odierni non è stata negata la possibilità di partire, a causa del malore denunciato dal minore, con il volo delle 12.40 ma, a causa di un cambio di competenze tra il capostazione e il personale del call center, la procedura non fu portato a termine e dovettero imbarcarsi sul volo il giorno successivo, con un notevole aggravio di spese” e, per questo motivo, la compagnia fu condannata.

 
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