“Non servivano sondaggi, bastava guardare negli occhi i cesenati. Tra gli alluvionati senza paura” – .

“Non servivano sondaggi, bastava guardare negli occhi i cesenati. Tra gli alluvionati senza paura” – .
“Non servivano sondaggi, bastava guardare negli occhi i cesenati. Tra gli alluvionati senza paura” – .

È l’ora della festa per Enzo Lattuca, iniziata nel primo pomeriggio nella sede del Pd in ​​viale Bovio, proseguita poi a Palazzo Albornoz tra bottiglie di spumante, sorrisi e applausi. Una vittoria che era nell’aria ma probabilmente non con queste percentuali bulgare. Alla fine è un “plebiscito”, Lattuca spande oltre il 65% dei consensi, Marco Casali si ferma al 26%, Marco Giangrandi è sotto il 7%, il centro civico non decolla nonostante tanti sforzi. Ai due oppositori va comunque concesso l’onore delle armi per essersi battuti in campagna elettorale per idee che attualmente restano minoritarie in città.

Queste le parole del sindaco appena rieletto: “Quando abbiamo finito la campagna elettorale ho detto ‘soffia un buon vento’: è ora di aprire le vele e di prendere il largo. Intendevo questo risultato, un risultato grande, ampio, che abbiamo raggiunto insieme, non solo con una bella campagna elettorale, ma con un lavoro impegnativo”. Secondo Lattuca “raccoglie un lavoro di cura per la propria comunità che va avanti da decenni, un lavoro svolto da persone competenti, buone, oneste, che hanno sempre fatto di tutto per generare le scelte migliori”.

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“I cittadini si esprimono liberamente – ha continuato Lattuca nell’aula gremita del consiglio comunale – anche i cittadini di centrodestra hanno votato fuori da ogni sistema alle elezioni europee. Cinque anni fa ho avuto l’opportunità di essere il primo sindaco di Cesena eletto con il ballottaggio, e non al primo turno. Le cose cambiano, si evolvono, e questa volta è la prima volta che un sindaco viene eletto con i 6 davanti. Due elettori su tre hanno votato per noi a quasi 40 punti di distanza dal secondo risultato davvero ampio. Il risultato è davvero importante, potenziante, sensazionale”.

Il sindaco ha anche detto che “ci saranno domande sul calo dell’affluenza alle urne, ma siamo passati dai 23mila voti del primo turno del 2019 ai 32mila voti di oggi, vuol dire 9mila voti in più in cinque anni, questa è una cosa che ci rende orgogliosi e ci rende responsabili.”

Mano tesa all’opposizione: “Saremo sempre disponibili ad accogliere proposte, come prima e più di prima, saremo disposti a lasciarci convincere, ma se arriveranno solo critiche distruttive accetteremo anche quelle, è chiaro che in questo modo non si costruirà mai un’alternativa a Cesena La coalizione ha avuto un risultato straordinario – ha ribadito Lattuca – spinti dal Pd, andremo avanti con questo spirito di collaborazione, la differenza tra noi e i nostri avversari è che nessuno di noi potrà mai sperare un risultato negativo per dire “è colpa sua”. ‘”, il riferimento ai disaccordi nella coalizione di centrodestra.

“Ora non dobbiamo sprecare la forza che deriva da questo grande risultato, dobbiamo essere forti e umili, difendere la nostra credibilità e onorabilità, non abbiamo paura di protestare andando tra gli alluvionati perché abbiamo fatto tutto quello che potevamo”.

Non sono mancati i momenti di battuta, come quando Lattuca ha detto sorridendo che “non avevo nemmeno preparato il discorso per il possibile ballottaggio”, poi ha continuato: “Non avevo bisogno di sondaggi per capire che i cesenati erano dalla mia parte , mi è bastato guardare il Ringrazio i candidati, la Giunta, i volontari, i consiglieri comunali ma soprattutto la mia famiglia perché mi hanno sostenuto e sopportato. Non è facile accettare che i problemi degli altri vengano prima dei tuoi, ma è necessario farlo quando sei sindaco”. Lattuca ha chiuso con una battuta: “la verità è che volevamo essere liberi per la fiera di San Giovanni. Viva Cesena!”, la sua esclamazione prima di abbracciare il figlio.

 
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