I Dem a Firenze sfiorano il 30%. E il Pd resiste all’assalto di Giorgia. FdI non allarga, M5S tonfo – .

I Dem a Firenze sfiorano il 30%. E il Pd resiste all’assalto di Giorgia. FdI non allarga, M5S tonfo – .
I Dem a Firenze sfiorano il 30%. E il Pd resiste all’assalto di Giorgia. FdI non allarga, M5S tonfo – .

Un po’ sbiadito rispetto al 2019, ma forse più robusto e piantato su una sponda dell’Arno diventata solo più scivolosa rispetto a 5 anni fa. È questa la fotografia del Pd che emerge dalla tornata amministrativa: collocato ieri, intorno ai due terzi dei seggi censiti, poco sopra la soglia psicologica del 30%. La stessa su cui si era fermato in città alle elezioni del 2022 con il 30,4%. Ma ben al di sotto del 41,4% ottenuto nel 2019 quando era al potere Nardella e recuperando addirittura 5 punti percentuali rispetto alle politiche del 2018. Ma politicamente era un’era geologica fa: Renzi era ancora roba da Pd e anche la paladina delle preferenze, Cecilia Del Re.

Ma il dato emerso dalle votazioni di ieri è anche che i Dem restano il partito più numeroso in città, seguiti con un distacco di circa 15 punti percentuali da Fratelli d’Italia. Insomma, meno numeri, ma più peso specifico. Uno sbarramento alla corsa del partito di Giorgia Meloni che si è posizionato intorno al 13%, regalando al candidato sindaco del centrodestra, Eike Schmidt, un netto terzo dei voti. Ma a Firenze non riesce a sfondare, nonostante il successo europeo. I dati da registrare però ci sono: i voti sono praticamente decuplicati rispetto alle precedenti elezioni comunali quando FdI aveva ottenuto un misero 1,7, ma comunque inferiore al 19,5% delle elezioni precedenti. La cifra raccolta da FdI è comunque più del doppio di quella totalizzata dalla Lega con poco più del 5%. Il partito di Salvini ha mezzo punto in più rispetto al 4,4% di Forza Italia, che però non basta a togliergli il ruolo di partner alla pari.

Il partito blu, infatti, resta praticamente fermo al 4,2% nel 2019, mezzo punto sopra quello ottenuto alle elezioni del 2021. Per fare chiarezza: la lista civica di Eike Schmidt ha praticamente raddoppiato i voti ricevuti. Quelle tra FI e Lega restano deviazioni minime che immortalano la stasi fiorentina dei partiti di centrodestra che, questa volta tutti uniti a differenza del 2019, hanno tentato l’attacco al forte dem: la trazione di Fratelli d’Italia resta con Lega e FI stabili in il ruolo di gregario. Tutti e tre, al momento, non sono riusciti a sfondare il muro Dem. Il Pd ha resistito ai colpi, portando i tre quarti dei voti a Sara Funaro. Ma dove sono finiti i 10 punti percentuali persi rispetto al 2019 dai Dem? Una buona parte è compresa in quel 5,9% circa intascato da Cecilia Del Re e dalla sua Firenze democratica, ma anche tra i voti renziani di Saccardi che hanno trascinato Italia Viva al 7%. Ma anche qui i numeri del partito di Renzi sono dimezzati rispetto alla politica di quando era a braccetto con Calenda e Azione. Un biglietto che gli è valso il 13% nel 2022. Altre correnti di consenso sono finite nella sinistra critica di Dmitrj Palagi.

C’è poi il tonfo del Movimento 5 Stelle posizionato intorno al 3,5% con circa 5mila preferenze. Poco? Sì, considerando che alle politiche i grillini avevano intascato il triplo della percentuale (9%) della città, in crescita comunque di due punti rispetto alle amministrative fiorentine del 2019. Una piccola debacle che dimostra come la scelta di dividersi dal partito I Dem, ma anche le liste di sinistra del Pd, non hanno pagato e non sono riusciti a polarizzare la scelta degli indecisi in città. Ma la competizione per il centrodestra e il centrosinistra è tutt’altro che finita. Il ballottaggio di domenica 23 e lunedì 24 giugno potrebbe riservare ancora delle sorprese. Fondamentali saranno gli intrecci e le strategie elaborate da entrambe le parti: Sara Funaro, con un distacco di circa 10 punti percentuali dalla rivale, potrà sedersi al tavolo, scegliere di distribuire le carte o giocare da sola.

Claudio Capanni

 
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