i campioni delle preferenze, chi entra e chi no. Volti nuovi e grandi perdenti, c’è chi se ne va dopo vent’anni – .

i campioni delle preferenze, chi entra e chi no. Volti nuovi e grandi perdenti, c’è chi se ne va dopo vent’anni – .
i campioni delle preferenze, chi entra e chi no. Volti nuovi e grandi perdenti, c’è chi se ne va dopo vent’anni – .

Le elezioni di ieri a Firenze hanno riservato diverse sorprese. Alla fine, per le amministrative hanno votato 185mila 954 fiorentini, il 64,4 per cento degli oltre 288mila aventi diritto. Per il nuovo sindaco, o il nuovo, bisognerà attendere il ballottaggio del 23 e 24 giugno, tra Funaro e Schmidt. A Palazzo Vecchio entreranno 36 consiglieri comunali e lo scrutinio sarà decisivo: la coalizione vincente si porterà a casa il 60% dei seggi.

Al momento è quindi impossibile definire con certezza chi sarà eletto, ma molte indicazioni – basate sulle preferenze personali raggiunte alle urne e sulle percentuali delle singole liste – possono già essere date.

Centrosinistra

Partiamo dalla coalizione di centrosinistra, che porta Sara Funaro al 43,17% dei voti. Se vincesse Funaro potrebbero andare al Pd 16 consiglieri comunali (30,04%): la più votata nei Dem è Letizia Perini, consigliere uscente, che in un ipotetico consiglio del Funaro sarebbe in odore di assessorato. Ha terminato la campagna al sesto mese di gravidanza (il suo compagno è l’ex leghista Emanuele Cocollini, presidente dell’associazione fiorentina Italia-Isarele), nipote del presidente della circoscrizione 3, Serena, e figlia del presidente di Publiacqua Nicola . Ha ricevuto 1.199 preferenze. Molto lontana, va detto, dalla ‘donna record’ di preferenze Dem nel 2019: allora era Cecilia Del Re, con 2.697.

Al secondo posto, tra i dem, Jacopo Vicinatomolto vicino, non è solo un gioco di parole, a Nardella, con 961. Ottimo risultato poi per Laura Sparavignaconsigliere uscente, che migliora di oltre cento unità e arriva a 886. Segue l’assessore alla Sicurezza Benedetta albanese (819), il presidente uscente del consiglio comunale Luca Milani (812), l’assessore allo sport uscente Cosimo Guccione (778), Fabio Giorgetti (746), l’ex senatrice Caterina Biti (724, si profila un ritorno per l’ex presidente del consiglio comunale ai tempi di Renzi), e così via per tutti gli altri.

Sempre nel centrosinistra, tre consiglieri potrebbero andare – in caso di vittoria – alla lista civica Funaro (6,16%): in questo caso entrerebbe Michela Monaco (433 preferenze), Marco Semplice (296) e Marzio Morire, direttore dei servizi della Fondazione Caritas Firenze. Curiosità, i primi cinque anni fa entrò in consiglio con la Lega di Salvini, per poi recentemente aderire al Pd. Il secondo ha un passato in Forza Italia.

C’è poi la buona performance di Alleanza Verdi Sinistra, che ha ottenuto il 5,4%: anche loro dovrebbero avere tre consiglieri. Ma qui bisogna sottolineare lo straordinario risultato del sodalizio politico-ecologico di Ecolò: è da qui che arriveranno – sempre in caso di vittoria di Funaro – i due assessori. E’ Caterina Arcipreteche raccoglie il risultato stratosferico (considerando anche il valore complessivo della lista) di 622 preferenze, e Giovanni Graziani con 535. Il coordinatore cittadino di Sinistra Italiana Vincenzo Pizzolo è solo terzo (342), ma dovrebbe comunque entrare.

Da notare: con ogni probabilità, visto lo scarso risultato di Saccardi, a quota Italia Viva (7,29%, si sperava almeno sul 12-13), la coalizione di centrosinistra guidata dal Pd non stringerà alcuna alleanza ufficiale con i renziani. (e con qualunque altro): anche perché, altrimenti, dovrebbe condividere, in caso di vittoria, anche con loro i seggi appartenenti alla coalizione.

Centrodestra

La coalizione che sostiene Schmidt, dati definitivi, è al 32,86 per cento, più di dieci punti sotto Funaro. Fratelli d’Italia ha il 13,15% e potrebbe avere – se fallisse il risanamento voluto da Schmidt – quattro consiglieri: lo scontro interno lo vince con un voto solo di Angela Sirello (1.126 preferenze), seguito dal capogruppo uscente Alessandro Draghi (1.125). Poi Matteo Chelli (1.010) e Giovanni Gandolfo (807). Il notaio Alessia Galdo (507) è quinto e resta fuori. L’ex CasaPound Christian Caglieri fa 106 preferenze.

Bene la lista civica Eike Schmidt Mayor, che ha raggiunto il 9,58%. Potrebbe avere tre consiglieri: l’ex sindaco di Signa e l’ex consigliere regionale del Pd Paolo Bambagioni (612 preferenze), seguito da Massimo Sabatini (316) e Leonardo Focardi (178).

La Lega non va oltre il 5,06% e potrebbe avere un solo consigliere (nel 2019 portò sei consiglieri al Salone dei Dugento): Mossutto Guglielmo con 578 preferenze, che raddoppia Giovanni Galli (272). Da notare che il capogruppo uscente, Federico Bussolin, ferreo salviniano, ne prende solo 204 e non entrerà. Alessio Di Giulio, condannato per incitamento all’odio razziale, si ferma a 86 preferenze. In Forza Italia (4,23%) c’è un addio ancora più ottimo, per così dire: dopo vent’anni in consiglio comunale Mario Razzanelli (190 preferenze) non ci sarà (ma il figlio Giulio è già nella Circoscrizione 3). Al suo posto, Alberto Locchi (290).

Gli altri

‘Al centro con Saccardi’, guidata dalla vicepresidente renziana della Regione, Stefania, si ferma, come detto, a poco più del 7%. Probabilmente avrete due consiglieri: rinuncerete a restare in Regione e poi entrerà in Palazzo Vecchio il sindaco uscente di Bagno a Ripoli Francesco Casinia quota Italia Viva (1.500 preferenze, è lui il recordman di questa tornata) e il coordinatore fiorentino di Iv Francesco Grazzini (928). Non torneranno, molto indietro, le due consigliere renziane uscenti: Mimma Dardano e Barbara Felleca, che cinque anni fa aderirono rispettivamente a Lista Nardella e Pd.

La Firenze democratica di Cecilia Re (6,21%) dovrebbero avere due seggi (ma non è sicuro, forse sarà uno solo): uno per l’ex assessore e, in ballo, uno per il professor Marco Tognetti, sostenuto anche da Tomaso Montanari, che arriva a 563 preferenze. Sinistra Progetto Comune di Dmitry Palagi (5,45%) dovrebbe avere un solo consigliere, lui stesso, candidato sindaco. Antonella Bundu (691 preferenze) molto probabilmente non tornerà in consiglio. Infine il Movimento 5 Stelle: il candidato sindaco Lorenzo Masi ottiene solo il 3,35% e sarà l’unico membro a cinque stelle in consiglio. Resta fuori il capogruppo uscente Roberto De Blasi (181). Adesso è il momento del ballottaggio.

Nei quartieri non c’è partita: il cappotto del centrosinistra

Ballo, ora è sfida a due per conquistare Palazzo Vecchio

 
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